La data di indipendenza del Guatemala si fa risalire al 1821, con il crollo del vicereame della Nuova Spagna e la creazione della Federazione Centro-Americana. In realtà il Guatemala come nazione indipendente nasce nel 1938, quando la Federazione si dissolse e nacquero gli stati di Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua e Costa Rica.
Nei decenni successivi si sviluppo’ su vasta scala la coltivazione del caffè (a cui sarebbe seguita quella delle banane) che portò alla nascita di una ristretta cerchia di ricchi latifondisti che di fatto controllavano anche il potere politico del paese. La maggior parte dei presidenti che si susseguirono erano militari o ex militari, che spesso andavano al potere tramite colpi di stato. Nel 1898 andò al potere Manuel Estrada Cabrera, politico di professione, che governò con mezzi brutali, uccidendo ed imprigionando oppositori politici e sindacalisti, instaurando una dittatura di fatto che durò sino al 1920. Estrada Cabrera, per sviluppare le infrastrutture ferroviarie del paese, si fece finanziare dall’azienda statunitense United Fruit Company (UFCO), che nei decenni successivi sarebbe diventata l’azienda più importante del paese, influenzando pesantemente la politica interna ed estera del Guatemala. Nel 1917 la capitale Città del Guatemala fu gravemente danneggiata da un violento terremoto. Nel 1920, il parlamento, dominato dai ricchi latifondisti, stanco dei metodi dittatoriali di Cabrera, decise di rimuoverlo dall’incarico per incapacità mentale.
Dopo alcuni anni relativamente pacifici, nel 1929 l’economia del paese fu travolta dalla Grande Depressione. Le grandi famiglie al potere, impaurite da una possibile rivolta popolare, fecero eleggere presidente Jorge Ubico, un governatore provinciale noto per i suoi metodi violenti. Ubico sostituì i governatore regionali con generali dell’esercito. Ridusse pesantemente i diritti dei lavoratori e dei contadini a vantaggio dei proprietari terrieri, i quali avevano il diritto di uccidere per difendere le loro proprietà. Utilizzò manodopera indigena non pagata per costruire opere pubbliche, creando un vero e proprio regime di schiavitù. Sotto il suo regime la United Fruit Company ottenne 200.000 ettari di terreno pubblico praticamente a costo zero e prese il controllo della rete ferroviaria, delle centrali di produzione elettrica e del maggior porto del paese. Nonostante Ubico fosse un ammiratore dei regimi nazifascisti europei, durante la seconda guerra mondiale fu uno stretto alleato degli USA, per timore dell’influenza delle idee comuniste e socialiste nel paese. Nel 1944 a seguito di violente rivolte popolari, Ubico fu destituito da un colpo di stato militare. Le elezioni delle stesso anno, organizzate dai militari, videro la vittoria di Juan José Arévalo, cristiano-conservatore che fece varie riforme nella sanità e nell’istruzione ma che soffocò i movimenti sindacali e di sinistra.
Le elezioni del 1950 furono largamente libere ed eque e furono vinta da Jacobo Árbenz Guzmán, liberalconservatore moderato, che attuo una riforma agraria per trasferire la proprietà dei terreni agricoli incolti ai contadini che vi abitavano. Árbenz Guzmán tentò senza riuscirci di nazionalizzare parte delle proprietà della United Fruit. Nel 1952 legalizzò il partito comunista, cosa che fece allarmare gli USA, allora nel mezzo della guerra fredda con l’URSS. La propaganda della United Fruit, che accusava Guzmán di voler creare un regime comunista in Guatemala, porto il governo USA ad organizzare l’operazione PBFORTUNE, in pratica un colpo di stato militare preparato dalla CIA e della United Fruit con il sostegno militare del dittatore nicaraguense Anastasio Somoza. La CIA armò, finanziò e addestrò una forza di 480 uomini che invase il Guatemala il 18 giugno 1954, sostenuta da una pesante campagna di guerra psicologica e fake news contro il presidente del Guatemala. L’esercito guatemalteco respinse il commando ribelle, ma subito dopo costrinse Árbenz alle dimissioni.
Il militari organizzarono elezioni presidenziali con un unico candidato, il colonnello Carlos Castillo Armas, che aveva guidato il commando militare della CIA. Castillo Armas mise fine alla riforma agraria del suo predecessone e governò fino al 1957, quando fu assassinato da un uomo della sua scorta. Le elezioni del 1957 furono annullate a causa dei pesanti brogli organizzati dal partito di governo. Il Congresso allora nominò presidente, il generale Miguel Ydígoras Fuentes. Il governo di Ydigoras fu caratterizzato da scandali, inefficienza e corruzione. Nonostante questo ebbe l’appoggio degli USA, che usò le sue basi in Guatemala per addestrare i ribelli cubani anti-castristi che avrebbero in seguito partecipato all fallito sbarco della Baia dei Porci. L’opposizione popolare al governo di Ydigoras fece nascere movimenti ribelli di sinistra che spaventarono i militari, i quali cominciarono a considerarlo troppo debole contro i comunisti. Nel 1963 reparti dell’aviazione, guidati dal ministro della difesa, il colonnello Enrique Peralta Azurdia organizzarono un colpo di stato militare che depose Ydigoras e lo sostituì con lo stesso Peralta. La giunta proclamo nuove elezioni ma gli USA, che temevano la vittoria dell’ex presidente Arevalo, considerato troppo moderato, organizzarono una rivolta militare che fece annullare le elezioni e mantenne Peralta al potere.
L’insofferenza della popolazione per i militari portò nel 1966 all’elezione a presidente del candidato di centrosinistra Julio César Méndez Montenegro, che però ben presto dovette sottomettersi al volere dei militari. Come reazione ai movimenti guerrieri di estrema sinistra si formarono organizzazioni paramilitari di destra, come la “Mano Bianca” (Mano Blanca) e l’Esercito Segreto anticomunista (Ejército Secreto Anticomunista), che furono addestrati da consiglieri militari USA. Questi gruppi erano i precursori di quelli che negli anni ’80 sarebbero stati gli infami “Squadroni della Morte“.
Nelle elezioni del 1970, dopo che nessun candidato aveva raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, il Congresso elesse presidente il colonnello Carlos Manuel Arana Osorio, esponente dell’estrema destra militarista. Nelle elezioni del 1974, un altro generale di estrema destra, Kjell Eugenio Laugerud García fu eletto presidente sconfiggendo in elezioni pesantemente condizionate da brogli elettorali, il candidato democristiano, il generale Efraín Ríos Montt. Nel 1976 un disastroso terremoto distrusse diverse città provocando oltre 25.000 morti. L’incapacità del governo di gestire i soccorsi dopo il terremoto scatenò disordini popolari. Nelle elezioni del 1978, anch’esse caratterizzate da vasti brogli, i militari candidarono l’ex presidente Enrique Peralta, ma poiché nessun candidato ottenne la maggioranza assoluta dei voti, il parlamento nominò presidente il generale Romeo Lucas García.
Gli anni ’70 videro la nascita di varie organizzazioni di guerriglia di sinistra tra cui l’esercito dei poveri (EGP) e l’Organizzazione del popolo delle armi (ORPA). L’esercito e le forze paramilitari risposero con una brutale campagna contro-insurrezionale che provocò decine di migliaia di morti tra i civili. [In particolare furono duramente colpite le popolazioni indigene rurali che appoggiavano i ribelli. A causa dei vasti massacri degli indigeni di quel periodo da parte degli Squadroni della Morte le organizzazioni umanitarie internazionali parlarono di un vero e proprio genocidio in atto in Guatemala. A causa di queste denunce nel 1979, il presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, ordinò il blocco di tutti gli aiuti militari al Guatemala, manel 1982 con la presidenza di Ronald Reagan, le forniture di armi e finanziamenti all’esercito del Guatemala ricominciarono.
Nel 1980, l’ambasciata spagnola a Città del Guatemala, dove si erano rifugiati un gruppo di indigeni ribelli, fu incendiata dai militari, provocando 37 morti, incluso buona parte del personale diplomatico spagnolo. Nonostante la dura repressione da parte del governo i movimenti guerriglieri di sinistra diventavano sempre più forti. Gli altri gradi dell’esercito deciso allora di prendere il potere direttamente. Le elezioni del 1982, dove nessun candidato aveva raggiunto il 50% dei voti, furono annullate e il presidente fu deposto da una giunta militare guidata da Efraín Ríos Montt.
Ríos Montt, in buoni rapporti con l’amministrazione Reagan, continuò la sanguinosa campagna di guerra, torture, massacri e sparizioni forzate per fare terra bruciata intorno ai movimenti guerriglieri. I quattro maggiori gruppi di guerriglia decisero allora di unirsi e formarono l’UNRG si unirono e formarono l’Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca (URNG), alleata del gruppo guerrigliero salvadoregno FMLN, del FSLN nicaraguense e appoggiata militarmente dal governo di Cuba. Riso Montt fu deposto dopo solo un anno dal suo ministro della difesa, Óscar Humberto Mejía Víctores che si presentò alla comunità internazionale come fautore del ritorno alla democrazia nel paese.
Nelle elezioni del 1986, che furono relativamente libere e democratiche, fu eletto alla presidenza il democristiano Vinicio Cerezo. Quest’ultimo cercò di ripulire l’esercito e le istituzioni civili dagli elementi criminali legati all’estrema destra. Questo portò ad una reazione armata dei gruppi paramilitari che provocò migliaia di vittime. I tentativi di Cerezo di raggiungere accordi di pace con l’URNG andarono a vuoto a causa dei continui attacchi de gruppi paramilitari contro la popolazione indigena. A causa dei nuovi massacri il presidente USA George Bush decise di sospendere gli aiuti militari al Guatemala. Nel 1992, il premio Nobel per la pace fu assegnato a Rigoberta Menchú per i suoi sforzi volti a portare l’attenzione internazionale sul genocidio contro la popolazione indigena.
Le elezioni del 1992 furono vinte da Jorge Serrano Elías, ex ministro di Ríos Montt, che cercò di restaurare un regime autoritario nel paese sospendendo la costituzione e dissolvendo il parlamento. L’auto-golpe non riuscì e Serrano Elías fu costretto alla fuga all’estero. Il vicepresidente Gustavo Adolfo Espina Salguero prese quindi il potere ma fu accusato dal Congresso di preparare un colpo di stato e quindi dovette dimettersi a sua volta. Al suo posto fu nominato il magistrato Ramiro de León Carpio. Le elezioni del 1995 furono vinte da Álvaro Arzú, ex sindaco di Città del Guatemala e candidato del centrodestra, che sconfisse per un soffio il candidato della destra Alfonso Portillo, appoggiato dall’ex dittatore Ríos Montt.
Nel 1996 fu firmato l’accordo di pace tra il governo e la guerriglia, dopo una guerra durata circa 50 anni che aveva provocato circa 200’000 morti, la maggior parte dei quali civili uccisi dai gruppo paramilitari di destra. La violenza politica però continuò anche negli anni successivi. Nel 1998 il vescovo cattolico Juan José Gerardi Conedera, che aveva creato una associazione che investigava i crimini contro la popolazione indigena, fu ucciso da un gruppo di militari di estrema destra. Nel 1998 il paese fu devastato dall’uragano Mitch, che provocò centinaia di vittime.
Nelle elezioni del 1999 fu Alfonso Portillo a vincere contro il candidato del centrodestra Óscar Berger, alleato di Álvaro Arzú, a cui era succeduto come sindaco di Città del Guatemala. Portillo, che era andato al potere promettendo fine alla corruzione e alla violenza nel paese, fu accusato egli stesso di corruzione e di rapporti con la criminalità organizzata, il che lo rese profondamente impopolare. Nelle elezioni del 2003, Ríos Montt decise di candidarsi personalmente al posto di Portillo, ma fu sconfitto da Óscar Berger, arrivando terzo dietro al candidato di centrosinistra Álvaro Colom. Nel 2005 il paese fu sconvolto dall’uragano Stan, il più violento della storia del paese, che provocò migliaia di vittime.
Le elezioni del 2007 furono un punto di svolta nella storia recente del paese. Presidente fu eletto Álvaro Colom, primo presidente progressista del paese, che sconfisse il candidato del centrodestra, l’ex generale Otto Pérez Molina. La presidenza Colom incrementò i programmi di assistenza sociale, per dare accesso alla sanità, all’istruzione e alla pubblica sicurezza anche alle classi sociali più disagiate. I provvedimenti di Colom contribuirono ad un aumento degli standard di vita del paese. A causa della vasta corruzione della magistratura del paese, nel 2008 fu creata con la collaborazione delle Nazioni Unite la “Comisión Internacional contra la Impunidad en Guatemala”, CICIG incaricata di investigare e processare i più gravi reati in Guatemala, soprattutto quelli commessi da politici e militari. Nel 2013 Rios Montt fu dichiarato colpevole di genocidio e condannato a 80 anni di carcere. Successivamente una corte guatemalteca dichiarò che pur colpevole non poteva essere condannato a causa dell’età avanzata. La presidenza Colom fu però scossa dal caso Rosenberg. L’avvocato Rodrigo Rosenberg registrò un video, pubblicato su YouTube dopo la sua morte, in cui accusava Álvaro Colom, sua moglie Sandra Torres e vari membri del governo del suo assassinio, avvenuto mentre effettuava una passeggiata in bicicletta. Un’inchiesta effettuata dall’ONU ha poi svelato in seguito che Rosenberg aveva pianificato il suo omicidio-suicidio, facendolo organizzare a due cugini che avevano assoldato un sicario.
Nelle elezioni del 2011 fu Otto Pérez Molina ad essere eletto. Molina, che in passato era stato coinvolto nelle attività dei paramilitari contro la popolazione indigena, durante la sua presidenza fu coinvolto in una vera e propria organizzazione criminale, della “La Ninea”, organizzata dalla sua vicepresidente, Roxana Baldetti, assieme a vari membri del governo. Le indagini della CICIG portarono alla scoperta di un vasto giro di tangenti legati alle importazioni dai paesi asiatici.Nel 2015 il procuratore generale Thelma Aldana accusò formalmente il presidente e la vicepresidente di essere a capo dell’organizzazione. La vicepresidente venne arrestata direttamente e fu chiesto l’impeachment per il presidente. Perez Molina fu costretto alle dimissioni e al suo posto fu nominato il ministro Alejandro Maldonado che nel frattempo era stato nominato vicepresidente.
Con il gruppo dirigente del centrodestra completamente discreditato, le elezioni del 2015 furono una sfida tra Sandra Torres, ex moglie di Colom e il comico televisivo Jimmy Morales, famoso per le sue trasmissioni in cui attaccava la corruzione del sistema politico. Morales, sostenuto finanziariamente da ambienti militari di destra, fu eletto presidente sconfiggendo con ampio distacco Sandra Torres al ballottaggio.
Una volta eletto Jimmy Morales diventò ben presto parte di quel sistema corrotto che diceva di voler combattere . Nel 2016 suo figlio e suo fratello furono accusati di corruzione e riciclaggio di denaro sporco. Lo stesso Morales fu accusato di finanziamento illecito per oltre un milione di dollari per la sua campagna elettorale, oltre che di abusi sessuali nei confronti di alcune sue collaboratrici. Durante la sua presidenza non furono fatte riforme significative per migliorare le condizioni di vita delle classi sociali più basse della popolazione che diceva di voler rappresentare. Dopo che la CICIG aveva chiesto l’apertura di una indagine su Morales, quest’ultimo decise di sciogliere la CICIG stessa, accusando i giudici di “complotto” nei suoi confronti e fece espellere dal paese il capo della commissione ONU contro la corruzione.
Nelle prossime pagine, gli sviluppi politici recenti, gli ultimi risultati elettorali, i principali partiti politici ed i candidati alla presidenza.
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