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Il Giramondo – Elezioni in Senegal, una democrazia in pericolo

LA STORIA POLITICA

Il Senegal moderno nasce nel 1960, anno dell’indipendenza delle colonie francesi dell’Africa occidentale che crearono gli stati di Senegal, Mali, Benin, Costa d’Avorio e Alto Volta (oggi Burkina Faso).

Il Primo Presidente del Senegal fu nominato Léopold Sédar Senghor, intellettuale, poeta,  ex deputato all’Assemblea Nazionale francese, che aveva gestito le trattative per l’indipendenza dalla Francia.

Senghor fu un presidente con un largo seguito popolare e fu rieletto nel 1963 attraverso un plebiscito popolare, mentre il suo partito, l’Unione Progressista Senegalese (UPS, socialisti) conquistava tutti gli 80 seggi del parlamento, trasformando il Senegal in un regime a partito unico.   Nel 1968 ci una rivolta degli studenti universitari dell’Università di Dakar, ispirata a quelle che stavano avvenendo in Europa, a cui Senghor rispose con la repressione militare. Il regime di Senghor fu nel complesso relativamente laico e liberale, mantenendo buoni rapporti con la Francia e i paesi occidentali nonostante l’ideologia socialista. Nel 1976 abolì il regime a partito unico, l’UPS fu rinominata Partito Socialista del Senegal (PS) e nel 1978 ci furono libere elezioni che videro Senghor e il PS sconfiggere facilmente il Partito Democratico del Senegal (PDS, liberali), guidato da Abdoulaye Wade. Nel 1980, dopo vent’anni alla carica di presidente, Senghor fece ciò che mai nessun altro capo di stato africano aveva fatto prima di lui: diede volontariamente le dimissioni, lasciando il posto al suo successore alla guida del PS, Abdou Diouf.

Una delle prime mosse importanti di Diouf in qualità di presidente fu di aiutare il capo di stato della Gambia, Dawda Jawara a riconquistare il potere, inviando i militari senegalesi, dopo che era stato deposto con un colpo di Stato. La cooperazione fra i due paesi venne formalizzata qualche mese dopo nello stesso anno con la creazione della Confederazione di Senegambia.

Alle elezioni del 1983 e del 1988 il Partito Socialista di Diouf sconfisse nuovamente la debole opposizione di Wade e del suo PDS, sia nelle elezioni parlamentari che in quelle presidenziali, anche se è convinzione diffusa che vi furono brogli elettorali. Durante le elezioni del 1988 Wade fu arrestato con l’accusa di voler sovvertire il governo e, condannato a un anno con la condizionale, partì per la Francia. Nel frattempo, anche la Confederazione del Senegambia stava attraversando un periodo poco felice, a causa della forte opposizione popolare  e nel 1989 venne sciolta definitivamente. Mentre affrontava il problema della scissione e la richiesta di nuove riforme politiche, Diouf si trovò a dover fronteggiare altri due grossi problemi: il conflitto con la Mauritania e il movimento separatista nella regione meridionale della Casamance.

Rientrato in patria dall’esilio, Wade si ricandidò alle elezioni presidenziali del 1993. Vinse ancora una volta Diouf, ma sia Wade sia il PDS  ebbero un significativo risultato elettorale raggiungendo il 33% dei voti. Le elezioni parlamentari del 1998 furono vinte ancora una volta dal PS, con il 50,2% dei voti, ma la continua crescita dei partiti di opposizione era ormai un dato innegabile.  Intanto la durata del mandato presidenziale era stato portato a 7 anni.

Durante  le votazioni per le elezioni presidenziali del 2000, la campagna del sopi (che in lingua wolof significa «cambiamento») promossa da Wade aveva ormai catturato l’immaginario pubblico della nazione. Wade venne eletto al secondo turno e Diouf accettò la sconfitta, acconsentendo a un pacifico trasferimento di potere.  Nelle elezioni parlamentati anticipate del 2001, la coalizione di opposizione capeggiata dal PDS ottenne 89 seggi su 120 in parlamento.

Il governo di Wade firmò un trattato di pace con i separatisti della Casamance, e modificò la costituzione in modo da ridurre da 7 a 5 gli anni del mandato presidenziale. Il Senegal in quegli anni aumentò la cooperazione con i paesi occidentali, in particolare con gli USA e la Francia per combattere l’estremismo islamico che si stava espandendo in nei paesi confinanti.

Tuttavia, la controversa decisione del presidente di arrestare l’ex primo ministro Idrissa Seck con l’accusa di aver insidiato la sicurezza dello Stato, e di appropriazione indebita di fondi al tempo in cui ricopriva la carica di sindaco del comune di Thiès, scatenò scontri tra i sostenitori di Seck e la polizia, e fu all’origine di una serie di accesi dibattiti politici nel paese. Nel febbraio 2006 Seck fu  rilasciato e prosciolto da tutte le accuse. Si candidò quindi alle elezioni presidenziali del 2007, che videro comunque una netta vittoria di Wade. La maggior parte dei partiti di opposizione boicottò le elezioni politiche dello stesso anno, che videro quindi una vittoria schiacciante del PDS.  Nel 2012 Wade tentò di candidarsi per un terzo mandato, nonostante la riforma costituzionale limitasse il numero di mandati a due, con la scusa che la riforma era entrata in vigore dopo che era stato eletto la prima volta.  La costituzione fu ulteriormente modificata, facendo allungare la durata del mandato presidenziale a 7 anni.

Gli elettori senegalesi non apprezzarono questa forzatura e alle elezioni presidenziali Wade fu sconfitto dall’ex primo ministro Macky Sall.  Anche in questo caso il presidente sconfitto in maniera democratica accettò pacificamente il passaggio del potere al nuovo governo. Nelle elezioni parlamentari dello stesso anno la coalizione di opposizione, guidata dall’Alleanza per la Repubblica (APR, liberali) che appoggiava Macky Sall sconfisse nettamente il PDS, ottenendo 119 seggi su 150 in parlamento.

Nel marzo 2016 è stata approvata in un referendum la riforma costituzionale voluta da Sall che prevede la riduzione del mandato presidenziale di nuovo da sette a cinque anni.  Nelle elezioni presidenziali del 2019 Macky Sall è stato riconfermato per un secondo mandato

 

Nelle prossime pagine  i risultati delle ultime elezioni, i principali partiti politici ed i candidati alla presidenza.

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