Per le elezioni presidenziali di quest’anno si sono presentati 4 candidati. Per l’elezione del nuovo parlamento si presentano 25 partiti, 13 dei quali sono raggruppati in 5 alleanze elettorali.
ALLEANZA POPOLARE
L’alleanza Popolare è composta da 4 partiti e ricandida alla presidenza il presidente uscente Recep Tayyip Erdoğan.
Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP)
Il partito per la giustizia e lo sviluppo (in turco: Adalet ve Kalkınma Partisi, AKP), è un partito nazionalconservatore, il più grande del paese. Il partito è al governo dellaTurchia dal 2002 con il suo leader storico Recep Tayyip Erdoğan, il quale è stato prima Primo Ministro e poi Presidente della Turchia. Attualmente il CHP è presente nel parlamento turco con 285 seggi.
Il partito ha le sue radici nella tradizione conservatrice del passato ottomano della Turchia e nella sua identità islamica. E’ stato fondato nel 2001 dopo lo scioglimento imposto dal governo del Partito della Virtù, di ispirazione religiosa, nato 3 anni prima in risposta alla dissoluzione da parte delle autorità del Partito del Benessere. Tale partito aveva infatti vinto le elezioni del 1995. L’AKP ha sempre ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni legislative in cui si è presentato, nel 2002, 2007, 2011, giugno 2015, novembre 2015 e 2019. Il partito ha mantenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento per 13 anni, perdendola Giugno 2015, per riconquistarla nelle elezioni anticipate del Novembre dello stesso anno e poi nuovamente riperderla nel 2019.
Nel momento del suo ingresso sulla scena politica turca, l’AKP si presentò come un partito filo-occidentale e filo-americano, a favore di un’economia di mercato liberale con la prospettiva di un futuro ingresso della Turchia nell’Unione europea. Il partito è stato per lungo tempo sostenuto dal movimento Cemaat del leader islamico in esilio Fethullah Gülen, la cui influenza nel sistema giudiziario ha contribuito a indebolire l’opposizione contro l’AKP. Nel 2005 è diventato membro osservatore del Partito popolare europeo (PPE), gruppo che ha abbandonato nel 2013 per aderire all’alleanza euroscettica dei conservatori e dei riformisti in Europa (ACRE), che poi ha abbandonato nel 2018. Durante gli anni del governo Erdogan il partito ha accentuato le sue caratteristiche conservatrici islamiche e anti-occidentali, assumendo sempre più un carattere fortemente nazionalista e autoritario.
Fin dal 2002 la politica turca è stata dominata dalle controversie sul fatto che, nonostante le sue origini islamiche, il partito potesse restare fedele ai principi laici su cui si basa la costituzione turca.
Proteste a livello nazionale sono scoppiate contro il presunto autoritarismo dell’AKP nel 2013, a cui è seguita una pesante repressione da parte del governo, che ha ricevuto la condanna internazionale e ha di fatto bloccato a tempo indeterminato i negoziati di adesione all’UE della Turchia. Da allora, il partito ha introdotto varie forme di censura verso Internet (bloccando in alcuni casi l’accesso a siti tipo Twitter e Youtube), ha posto norme severe sul consumo di alcolici e ha ristretto il diritto all’aborto. A seguito di uno scandalo di corruzione del governo che ha coinvolto diversi ministri dell’AKP nel 2013, il partito è stato sempre più spesso accusato di aver creato un regime clientelare. L’AKP favorisce una forte leadership centralizzata. Per questo ha ridotto di molto i poteri dei governi regionali e ha introdotto le modifiche costituzionali del 2017 che hanno portato all’attuale forma di repubblica presidenziale.
La politica estera del partito è stata anche ampiamente descritta come neo-ottomanista, un’ideologia che promuove un rinnovato impegno politico turco negli ex territori del suo stato predecessore, l’ Impero Ottomano .
Partito del Movimento Nazionalista (MHP)
Il Partito del movimento nazionalista (in turco: Milliyetçi Hareket Partisi, MHP) è un partito politico di estrema destra di tendenza ultranazionalista ed euroscettica, attualmente parte della coalizione di governo che sostiene il presidente Erdogan. Il suo leader è Devlet Bahçeli . L’ala giovanile del partito è la famosa organizzazione dei Lupi grigi (Bozkurtlar), a cui apparteneva anche Ali Agca, colui che tentò di uccidere Papa Giovanni Paolo II nel 1981.
Il partito fu fondato nel 1969 dall’ex colonnello Alparslan Turkeş, che nel 1965 era diventato leader del Partito Nazionale Repubblicano dei Contadini (CKMP, estrema destra).
Alparslan Türkeş fondò il partito dopo aver criticato il Partito popolare repubblicano (CHP) per essersi allontanato troppo dai principi nazionalisti del loro fondatore Mustafa Kemal Atatürk, Sebbene Türkeş non abbia vinto nessuna elezione, il MHP ha ottenuto abbastanza seggi nelle elezioni generali del 1973 e del 1977 per prendere parte a due governi di coalizione di destra guidati dal leader del partito della giustizia (AP) Süleyman Demirel. Türkeş è stato vice primo ministro della Turchia tra il 1975 e il 1977 e ancora tra il 1977 e il 1978, sempre in alleanza con Demirel. Dopo la morte di Türkeş e l’elezione di Devlet Bahçeli come suo successore, il partito ha adottato un programma nazionalista più moderato. Il partito sotto la guida di Bahçeli guadagnò il 18% dei voti e 129 seggi nelle elezioni generali del 1999, il suo miglior risultato di sempre, arrivando secondo solo al Partito della Sinistra Democratica (DSP). Bahçeli divenne successivamente Vice Primo Ministro dopo essere entrato in una coalizione con il DSP e il Partito della madrepatria (ANAP), in quello che fu uno dei governi più’ impopolari nella storia recente del paese. Nelle elezioni generali del 2002, il MHP scese al di sotto del 10% delle elezioni soglia e perse la sua rappresentanza parlamentare.
Dopo le elezioni generali del 2007, in cui il MHP ha riconquistato la sua rappresentanza parlamentare, il partito si è fortemente opposto ai negoziati di pace tra il governo e i militanti separatisti kurdi ed è stato ferocemente critico nei confronti dell’AKP per la corruzione e l’autoritarismo del governo. Ciononostante, il MHP è stato spesso definito dai critici come “l’ancora vitale dell’AKP”, avendo aiutato apertamente o segretamente l’AKP in situazioni critiche come le elezioni presidenziali del 2007, la legge per l’abrogazione del divieto del velo islamico, le elezioni del 2015 per il Presidente del Parlamento e soprattutto il referendum costituzionale del 2017. Questa ultima decisione ha causato una scissione ai vertici del partito che ha portato alla nascita del Partito del Bene (IYI). A causa dei pessimi sondaggi che lo davano ben sotto la soglia del 10%, il MHP si è accordato con l’AKP per modificare la legge elettorale, introducendo l’espediente delle coalizioni pre-elettorali per superare la soglia ed entrare in parlamento. Ha quindi formato il patto elettorale dell’Alleanza Popolare con l’AKP per le elezioni del 2018, dove l’MHP ha ottenuto comunque l’11,1% dei voti.
L’ideologia dell’MHP è rappresentata dalla dottrina delle “Nove Luci” , basata sul nazionalismo turco plasmato dall’Islam . Negli anni ’70 l’MHP era un un partito neofascista, legato a milizie estremiste e violente, così come a gruppi della criminalità organizzata. A partire dagli anni ’90, sotto la guida di Devlet Bahçeli, il partito ha gradualmente moderato il suo programma, passando dal nazionalismo e conservatorismo etnico a quello culturale e sottolineando la natura unitaria dello Stato turco. In aggiunta a questo è passato dal rigoroso laicismo kemalista ad una posizione più filo-islamica, e ha accettato le regole della democrazia parlamentare .
Altri partiti dell’Alleanza Popolare:
Partito della Grande Unità (Büyük Birlik Partisi, BBP): partito di destra nazionalconservatore fondato nel 1993, attualmente presente con 1 seggio un parlamento.
Partito del Nuovo Benessere (Yeniden Refah Partisi YRP): partito di estrema destra islamico fondato nel 2018 , attualmente senza rappresentanza parlamentare.
ALLEANZA NAZIONALE
L’alleanza Popolare è composta da 6 partiti di opposizione il principale dei quali è il Partito Repubblicano del Popolo (CHP), che candida alle presidenza il leader del CHP Kemal Kılıçdaroğlu. Alle elezioni, oltre alla lista del CHP, sarà presente quella del partito conservatore IYI. Gli altri quattro partiti della coalizione, cioè i nazionalisti islamici del Partito della Felicità (SAADET) e tre partiti liberalconservatori europeisti, cioè il Partito della Democrazia e del Progresso (DEVA), il Partito Democratico (DP) e il Partito del Futuro (GP), presenteranno proprio candidati all’interno della lista del CHP.
Partito Repubblicano del Popolo (CHP)
Il Partito Repubblicano del Popolo (in turco: Cumhuriyet Halk Partisi, CHP) è un partito politico socialdemocratico di ispirazione kemalista. È il più antico partito politico del paese ed è attualmente la principale opposizione nella Grande Assemblea Nazionale. Il CHP si descrive come “un moderno partito socialdemocratico, che è fedele ai principi e ai valori fondanti della Repubblica di Turchia”. Il partito è citato come “il partito fondatore della Turchia moderna”. Il suo logo è costituito dalle Sei Frecce, che rappresentano i principi fondamentali del kemalismo: repubblicanesimo, nazionalismo, statalismo, populismo, laicismo e riformismo.
Il partito fu fondato nel 1919 come unione di gruppi di resistenza contro l’invasione greca dell’Anatolia. Nel 1923 diventò un’organizzazione politica e sotto la guida di Mustafa Kemal Atatürk, che trasformo’ la Turchia in un regime a partito unico, governò il paese per circa un quarto di secolo.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’allora Primo Ministro e leader del CHP, Ismet İnönü, introdusse elezioni democratiche multipartitiche.
Il partito perse le elezioni del 1950 contro il centrodestra del Partito Democratico e passò all’opposizione.
Durante i “periodi multipartitici” intermedi tra i colpi di stato militari del 1960, 1971 e 1980, il CHP fu fondamentalmente un partito socialdemocratico (membro dell’Internazionale socialista), laico e nazionalista.
A seguito del colpo di stato del 1980 il CHP, insieme a tutti gli altri partiti politici del tempo, fu sciolto d’ufficio e i suoi membri si presentarono alle elezioni sotto la sigla del Partito Socialista Democratico Populista (SHP). Il partito è stato poi ricostituito con il nome originale da Deniz Baykalil nel 1992.
Alle elezioni del 1995 il Partito superò a malapena la soglia del 10% per entrare in parlamento, a causa della concorrenza a sinistra del Partito Democratico della Sinistra (DSP) dell’ex Primo Ministro Ecevit. Nel 1999 con il 9% dei voti fu escluso dal parlamento, per poi ritornaci nelle elezioni del 2002 diventando, ancora sotto la guida di Deniz Baykal, con il 20% dei voti il secondo partito del paese dopo l’AKP, risultato che ha mantenuto nel 2007.
Nel 2010 Baykal è stato sostituito alla guida del partito da Kemal Kılıçdaroğlu. Alle elezioni generali del 2011, il CHP è arrivato al 26% dei voti. Alle elezioni presidenziali del 2014 non ha presentato nessun candidato ma ha appoggiato in chiave anti-Erdogan il conservatore Ekmeleddin İhsanoğlu. Nelle due elezioni politiche del 2015, il CHP si è attestato intorno al 25% dei voti. Alle elezioni del 2018 il CHP ha appoggiato la candidatura alla presidenza di Muharrem İnce che ha ottenuto il 30,6% dei voti, mentre il partito alle elezioni parlamentari otteneva il 22,6% dei voti e 146 seggi.
Il CHP detiene una posizione significativa nell’Internazionale Socialista e nell’Alleanza Progressista, oltre ad essere un membro associato del PSE. Attualmente il CHP resta un partito di centrosinistra di ispirazione kemalista, economicamente socialdemocratico. La base ideologica sposa ancora il nazionalismo turco, il che lo mette in contrasto con i partiti della sinistra e quelli rappresentanti della minoranza curdi. Tuttavia recentemente Kemal Kılıçdaroğlu ha fatto aperture nei confronti dei curdi, ad esempio richiedendo il rilascio del leader Selahattin Demirtaş. Il partito sta diventando anche socialmente più liberale, sostenendo i diritti LGBT e il movimento femminista turco. In politica estera il CHP è generalmente allineato al governo. Il partito è europeista e sostiene l’adesione della Turchia all’Unione europea
Partito del Bene (IYI)
Il partito del Bene (in turco “iyi”) è un partito nazionalista, conservatore liberale e laico. Fondato il 25 ottobre 2017 da Meral Akşener, il partito aderisce ai principi e agli ideali del fondatore della Turchia Mustafa Kemal Atatürk e si ispira al Partito Democratico Turco, al potere negli anni ‘50.
Il partito è nato da una scissione del partito di destra MHP, dopo che la dirigenza del partito aveva dato il sostegno al “SI” nel referendum costituzionale del 2017. Dopo un fallito tentativo di sfiduciare la dirigenza del partito i ribelli hanno deciso di creare una nuova formazione politica. Successivamente si sono uniti al partito alcuni membri del CHP.
Meral Akşener è si è candidata alla presidenza del 2018 ottenendo il 7,4% dei voti mentre il partito alle elezioni parlamentari ha ottenuto il 10% e 43 seggi, presentandosi all’interno dell’Alleanza Nazionale, che raccoglieva i principali partiti di opposizione.
Il partito ha un’ideologia politica nazionalista e conservatrice e pone particolare enfasi sulla restaurazione del sistema parlamentare e sull’integrità del sistema giudiziario e di altre istituzioni. IYI è stato ampiamente descritto come una alternativa anti-Erdoğan per gli elettori di centro-destra disillusi sia dal Partito del Movimento Nazionalista (MHP) che dal Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP). Oltre al significato di “bene”, il nome İYİ si ispira anche alla bandiera della tribù Kayı, uno dei primi popoli di etnia turca a stanziarsi nell’attuale Turchia. Oltre ad appoggiare un “nazionalismo civico” più moderato rispetto all’ardente “nazionalismo etnico” del MHP, il partito si basa su una piattaforma anti-establishment criticando sia il governo che i partiti di opposizione per la loro inefficacia. Il partito sostiene anche un riavvicinamento tra la Turchia e l’Unione europea e sottolinea che la Turchia deve continuare a far parte del blocco occidentale.
Il partito è a favore dell’armonia tra le minoranze etniche e della tolleranza per le diverse religioni, rifiutando qualsiasi discriminazione per motivi etnici, di genere o religiosi e si ispira agli ideali e ai principi del presidente fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Atatürk.
ALLEANZA DEL LAVORO E DELLA LIBERTA’
L’alleanza del Lavoro e della Libertà è composta da sette partiti di sinistra radicale, compreso il Partito Democratico dei Popoli (HDP), che rappresenta gli interessi della minoranza curda. A causa del rischio che l’HDP fosse messo fuorilegge alla vigilia delle elezioni, i suoi candidati hanno deciso di presentarsi all’interno della lista del Partito della Sinistra Verde (YSP). Oltre all’HDP, la lista YPS presenta anche candidati del Partito del Movimento del Lavoratori (LHP) e del Partito della Libertà Sociale (TÖP) , e del Partito Laburista (EMEP), tre partiti comunisti marxisti-leninisti. Un altro partito marxista-leninista, il Partito dei Lavoratori della Turchia (TİP) presenta invece una propria lista separata, che ospita candidati di un ulteriore partito comunista, il Partito Democratico del Lavoro (IDP).
L’Alleanza del Lavoro e della Libertà non presenta un proprio candidato alle elezioni presidenziali. Mentre l’HDP non appoggia ufficialmente nessuno dei candidati alla presidenza, gran parte dei partiti dell’Alleanza hanno dato indicazioni di voto per il principale candidato dell’opposizione Kemal Kılıçdaroğlu.
Partito della Sinistra Verde (YSL)
Il Partito della Sinistra Verde (in turco Yeşil Sol Parti) è un partito verde di sinistra socialmente liberale. È stato fondato nel 2012 dalla fusione del Partito dei Verdi e del Partito Uguaglianza e Democrazia. Inizialmente il nome era “Verdi e Partito della Sinistra del Futuro”, il nome attuale è stato adottato nel 2016. Nel 2014 e del 2018 il partito ha sostenuto la candidatura del leader dell’HDP Selahattin Demirtaş alla presidenza e ha appoggiato l’HDP alle elezioni parlamentari del 2015 e del 2018. Il Partito della Sinistra Verde fa parte del Partito Verde Europeo.
L’attuale logo del partito, che ricorda molto il logo dell’HDP, è stato adottato pochi mesi fa in vista di queste elezioni. Poiché infatti l’HDP rischiava di non poter partecipare alla competizione elettorale con il proprio simbolo a causa di una pendenza giudiziaria, è stato deciso che i candidati dell’HDP si presenteranno sotto il similare logo del Partito della Sinistra Verde.
Il Partito Democratico dei Popoli (in turco Halkların Demokratik Partisi, HDP) è un partito di sinistra, che oltre a difendere i diritti della popolazione curda, pone un forte accento sulla democrazia partecipativa, la democrazia di base, il femminismo, i diritti delle minoranze, i diritti dei giovani e l’egualitarismo. È membro associato del Partito dei socialisti europei (PSE) e membro dell’Internazionale socialista.
L’HDP è stata fondata nel 2012 come ala politica del Congresso Democratico dei Popoli, l’unione di numerosi movimenti di sinistra filocurdi che avevano in precedenza fatto eleggere candidati indipendenti in parlamento per evitare la soglia elettorale del 10%. Ii regime turco ha spesso accusato l’HPD di avere collegamenti con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il PKK, organizzazione militare separatista di estrema sinistra, accusato dal governo di Ankara di essere un gruppo terrorista.
Il partito gestisce un sistema di doppia leadership, con un presidente e una presidente. Nelle elezioni presidenziali 2014, il partito ha presentato il suo presidente, Selahattin Demirtaş, che ha vinto 9,77% dei voti. Nelle elezioni parlamentari del giugno 2015 ha raggiunto il 13,1%, diventando il terzo gruppo parlamentare.
Dopo il tentativo di colpo di stato del 2016 e la successiva repressione delle libertà democratiche durante la legge marziale, la magistratura della Turchia ha cominciato ad imprigionare vari deputati dell’ HDP, tra i quali lo stesso Demirtas, con l’accusa di complicità con il PKK, limitando notevolmente le attività politiche del partito. Demirtas, nonostante fosse in carcere, è stato ricandidato alle elezioni presidenziali del 2018, ottenendo l’8,4% dei voti mentre l’HDP è tornato in parlamento con l’11,7% dei voti e 67 seggi.
Partito dei Lavoratori della Turchia (TIP)
Il Partito dei lavoratori della Turchia (in turco : Türkiye İşçi Partisi , TİP) è un partito comunista e marxista-leninista attualmente rappresentato da quattro deputati in parlamento.
Il partito è stato fondato nel 2017 da una scissione nel Partito Comunista di Turchia (TKP). Nelle elezioni generali turche del 2018 , il TİP ha stretto un’alleanza elettorale con il Partito democratico popolare filo-curdo (HDP), facendo eleggere due suoi deputati in parlamento. Durante il corso della legislatura altri due deputati sono entrati a far parte del TIP.
Dal punto di vista ideologico, il TIP adotta il marxismo-leninismo come sua guida, riconciliandolo con il populismo di sinistra. Il TİP è contro il capitalismo, l’imperialismo, e tutte le forme di sfruttamento, oppressione e discriminazione. Il partito abbraccia valori progressisti come repubblicanesimo, laicismo e proprietà pubblica. Lotta inoltre per la conservazione e il miglioramento dei diritti democratici e civili, libertà di organizzazione, riunione, parola e stampa. Sostiene inoltre con forza i diritti del popolo curdo, delle donne e dei gruppi LGBT in Turchia.
In politica estera il Partito dei Lavoratori della Turchia è contro la NATO in quanto la considera un’estensione del capitalismo e dell’imperialismo. Allo stesso modo, il partito si oppone apertamente ai regimi autoritari e ai suoi leader, come la Russia , gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Il TİP ha condannato l’ invasione russa dell’Ucraina, chiedendo la pace ed evitando un’ulteriore diffusione e escalation del conflitto. Il partito difende le libertà, repubblicanesimo, democrazia e laicità e si pone contro le tendenze razziste, fasciste e settarie che si sono diffuse sia in Turchia che nel mondo.
Partito della Madrepatria (MP)
Il Partito della Madrepatria (in turco: Memleket Partisi ) è un partito populista di ispirazione kemalista, fondato nel 2021 da Muharrem İnce , l’ex candidato del Partito popolare repubblicano (CHP) alle elezioni presidenziali del 2018 . İnce ha fondato il partito dopo non essere stato riuscito a spodestare il leader del CHP Kemal Kılıçdaroğlu dalla guida del partito. Il partito è in gran parte visto come un movimento di protesta contro il gruppo dirigente del CHP, che ha rifiutato di dimettersi dopo l’ennesima sconfitta elettorale del 2019 ed è stata accusato da İnce di allontanarsi dai valori kemalisti fondamentali del CHP. Attualmente il partito ha due seggi nella Grande Assemblea Nazionale .
Altri partiti ed Alleanze
Alleanza Ancestrale: alleanza di destra che candida alla presidenza l’ex deputato Sinan Oğan, composta dal Partito della Giustizia (AP), liberalconservartoe, e il Partito della Vittoria (ZP), nazionalista di estrema destra. Unione delle Forze Socialiste: alleanza elettorale di sinistra radicale, che non presenta nessun candidato alla presidenza, formata dal Partito comunista della Turchia (TKP), di orientamento marxista-leninista, il Partito della Sinistra (SOL), anticapitalista, e il Movimento Comunista della Turchia (TKH), marxista-leninista. Partito Patriottico (Vatan Partisi): partito nazionalista di sinistra fondato nel 1992, senza rappresentanza parlamentare, apertamente filorusso e filocinese. Partito della Nazione (Millet): formazione nazionalconservatrice di estrema destra. Partito dei Diritti e della Libertà (HAK-PAR): partito rappresentante della minoranza curda. Partito Giovane (GENÇPARTİ): formazione populista, laica e liberale. Partito dell’Unità della Giustizia (AB Parti): formazione ambientalista, nazionalista e laica. Partito della Madrepatria (ANAP): formazione politica conservatrice. Partito dell’Innovazione (YP): partito socialdemocratico di ispirazione kemalista. Partito della Liberazione del Popolo (HKP): formazione di estrema sinistra comunista marxista-leninista. Partito della Via Nazionale (Milli Yol): formazione di destra nazionalconservatrice. Partito dell’Unione del Potere (GBP): partito conservatore di ispirazione kemalista.
Nella prossima pagina, i candidati alla presidenza, infine i sondaggi elettorali.
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