Domenica 11 maggio gli elettori albanesi si recano alle urne per rinnovare i 140 seggi dell’Assemblea Nazionale, il parlamento unicamerale albanese. Il Partito Socialista del Primo Ministro Edi Rama, che guida l’Albania ininterrottamente da 12 anni, affronta una coalizione chiamata “Alleanza per una Grande Albania” (ASHM) formata dal Partito Democratico (centrodestra) guidato dall’ex presidente e primo ministro Sali Berisha e da vari piccoli partiti di opposizione. La terza forza della politica albanese, il Movimento socialista per l’integrazione (SMI), fondato dall’ex presidente della repubblica Ilir Meta, ha cambiato il proprio nome in Partito della Libertà d’Albania (PL) e ha deciso di presentarsi all’interno della coalizione di opposizione.
La lotta alla corruzione è stato uno degli argomenti principali della campagna elettorale a causa di alcuni episodi di compravendita di voti e corruzione di ufficiali pubblici da parte di alcuni parlamentari del Partito Socialista. Un altro tema centrale è l’integrazione dell’Albania nell’Unione Europea, in particolare sulle riforme necessarie per migliorare la vita dei cittadini e avvicinare il paese agli standard europei. Il governo ha presentato vari progetti infrastrutturali, come la costruzione di stadi e altre infrastrutture pubbliche che sono stati criticati dai partiti di opposizione, che accusano il Partito Socialista di inefficienza nella gestione del denaro pubblico. Ci sono state anche accuse di associazione di carattere mafioso rivolte a esponenti di vari partiti sia al governo che all’opposizione, che hanno contribuito a creare un clima di tensione durante la campagna elettorale.
L’arresto con l’accusa di corruzione di Erion Veliaj, sindaco di Tirana e tra i responsabili della campagna elettorale del Partito Socialista nella capitale, ha scosso, ma non minato, la fiducia dei socialisti. Ha incoraggiato Rama a essere più esplicito nelle sue critiche, solitamente taciute, al potere della magistratura. Erion Veliaj era stato visto da molti anche come una sorta di futuro erede alla guida del Partito Socialista, cosa che dopo il suo arresto appare altamente improbabile.
Oltre ai due blocchi principali, guidati dai due vecchi rivali Rama e Berisha, diversi nuovi partiti politici, con leader più giovani e una chiara differenziazione ideologica dai partiti tradizionali si presentano in queste elezioni.
Tra questi vi sono “ Levizja Bashke ”, ex organizzazione di attivisti con un forte profilo ideologico di sinistra; il partito “ Shqiperia behet ” (L’Albania può avere successo) – originato da un altro gruppo di attivisti, “ Thurje ” noto per aver inizialmente sottoposto diversi casi di corruzione all’indagine della magistratura, e “ Mundesia ” (L’opportunità) guidata dall’ex membro del DP e noto imprenditore Agron Shehaj.
Alcuni sondaggi suggeriscono che questi nuovi partiti potrebbero ottenere seggi parlamentari, un traguardo cruciale per ottenere finanziamenti pubblici e visibilità mediatica. A tal proposito una novità di queste elezioni è il fatto che per la prima volta, gli albanesi residenti all’estero potranno votare, un tema che ha suscitato grande interesse e dibattito durante la campagna elettorale, considerando che si stima che circa un terzo dei cittadini albanesi viva fuori dal paese. Una alta affluenza degli elettori dall’estero potrebbe modificare sensibilmente la composizione del prossimo parlamento e quindi il panorama politico albanese.
IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE
L’Albania è una repubblica costituzionale parlamentare unitaria , dove il Presidente dell’Albania è il capo dello Stato e il Primo Ministro dell’Albania il capo del governo in un sistema multipartitico . Il potere esecutivo è esercitato dal Governo e dal Primo Ministro con il suo Gabinetto . Il potere legislativo è conferito al parlamento albanese . La magistratura è indipendente dall’esecutivo e dal legislatore.
Il Presidente è eletto per cinque anni dal parlamento: le elezioni si tengono a scrutinio segreto con una maggioranza di tre quinti. Il primo ministro è nominato dal Presidente e deve ottenere la fiducia dal Parlamento. Questo si compone I 140 membri eletti in dodici collegi plurinominali basati sulle dodici contee mediante sistema proporzionale con preferenze e con una soglia nazionale dell’1%. FIno alle elezioni del 2017 il sistema elettorale era proporzionale a lista chiusa, con soglia di sbarramento al 3%.
Secondo il Democracy Index del settimanale “The Economist”, l’Albania è una cosiddetta “democrazia imperfetta” al livello di paesi quali Serbia, Ghana, Singapore e Sri Lanka.
Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati delle ultime elezioni, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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