La moderna Repubblica di Albania nasce nel 1991 con la fine della Repubblica Socialista Popolare di Albania fondato da Enver Hoxha. La caduta dei regimi comunisti in Europa costrinse l’allora leader comunista e capo di stato Ramiz Alia, a indire elezioni multipartitiche nel marzo 1991. Le elezioni videro l’ex partito unico comunista, il Partito del Lavoro d’Albania, del primo ministro Fatos Nano ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Il nuovo parlamento ratificò la costituzione della nuova Repubblica di Albania. Tuttavia nei mesi seguenti uno sciopero generale provocò la caduta del governo di Fatos Nano, al quale seguirono vari mesi di instabilità politica che portarono ad elezioni anticipate nel 1992. Nel frattempo il Partito del Lavoro aveva cambiato il proprio nome in Partito Socialista d’Albania. Alle elezioni di marzo 1992 il Partito Socialisti fu sconfitto dal Partito Democratico d’Albania, formazione di centrodestra guidata da Sali Berisha. Il Partito Democratico quindi ottenne la guida del governo e Sali Berisha fu nominato presidente. Per la prima volta nella storia dell’Albania si verificava quindi una pacifica transizione di potere a seguito di elezioni democratiche.
Il partito democratico, filo-occidentale ed economicamente liberista, fece partire un vasto programma di riforme economiche e democratiche, ma l’inesperienza della società albanese con il capitalismo e una classe politica inefficiente e corrotta, portò alla proliferazione di schemi finanziari piramidali. Nel 1996 il Partito Democratico vinse nuovamente le elezioni, ma la truffa delle “imprese piramidali” tra il 1996 e il 1997 provocò un’insurrezione popolare contro il governo, che portò il paese in preda all’anarchia. Il governo albanese chiese aiuto all’Italia che guidò un intervento militare e umanitario multinazionale chiamato Operazione Alba (autorizzato dall’ONU) per stabilizzare il paese. Nel giugno del 1997 si tennero elezioni politiche anticipate, dove il Partito Socialista ottenne la maggioranza assoluta dei seggi, permettendo a Fatos Nano di tornare ad occupare la carica di primo ministro. Poche settimane dopo Berisha fu costretto a dimettersi da capo dello stato, rimanendo comunque leader del Partito Democratico.
Nell’ottobre 1998 Fatos Nano fu costretto a dimettersi a causa della situazione di tensione dopo l’assassinio di Azem Hajdari , un leader di spicco del Partito Democratico. Nano fu sostituito da Pandeli Majko che rimase in carica fino al novembre 1999, quando fu sostituito da Ilir Meta. Nel 1998 il Parlamento adottò l’attuale Costituzione, approvata da un referendum popolare boicottato dall’opposizione. Il Partito Socialista mantenne la maggioranza assoluta dei seggi anche nelle elezioni del 2001, ma il Partito Democratico di Berisha contestò i risultati, boicottando il parlamento per vari mesi. Nel 2002 Fatos Nano tornò ad assumere la carica di primo ministro. Nelle elezioni del 2005 il Partito Democratico ottenne più seggi del Partito Socialista e l’ex presidente Sali Berisha divenne primo ministro a capo di una coalizione tra i liberalconservatori del Partito Democratico e i nazionalconservatori del Partito Repubblicano.
Berisha governò l’Albania per i successivi 8 anni, durante un periodo di relativa crescita economica del paese. Nel 2009 il Partito Democratico ottenne meno voti del Partito Socialista ma ottenne la maggioranza assoluta dei seggi grazie a ad un accordo pre-elettorale con partiti minori. La popolarità di Berisha, accusato di corruzione e frode elettorale, declinò negli anni successivi, in contemporanea con un peggiorament0 della situazione economica. Nel 2011 le proteste contro il governo di Berisha degenerarono in atti di violenza, duramente represse dalla polizia e il paese rischiò di tornare nella situazione di anarchia del 1996. Nelle elezioni del 2013 il Partito Socialista, guidato dal popolare sindaco di Tirana Edi Rama, riuscì ad ottenere la maggioranza dei seggi e a formare il governo grazie ad un’accordo con il Movimento Socialista per l’Integrazione, un partito nato da una scissione del Partito Socialista guidata dall’ex primo ministro Ilir Meta. Edi Rama fu quindi nominato primo ministro rimandando Berisha nuovamente all’opposizione.
Sotto il governo di Edi Rama, l’Albania ha attuato numerose riforme incentrate sulla modernizzazione della economia e democratizzare di istituzioni statali come la magistratura e le forze dell’ordine. Nel 2014 l’Albania è diventato membro della NATO e ha presentato domanda di adesione all’Unione Europea. Nell’aprile 2017 Ilir Meta è stato eletto capo di stato. Nel giugno dello stesso anno si sono svolte nuove elezioni politiche, che hanno decretato una netta vittoria per il Partito socialista guidato da Edi Rama , che ha ricevuto il 48,3% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi. Nelle elezioni del 2021 il Partito Socialista ha di nuovo ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi e Rama è stato riconfermato a capo del governo,
Nelle prossime pagine, i risultati delle ultime elezioni, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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