Domenica 13 Ottobre si tengono le elezioni parlamentari in Lituania per eleggere i 141 membri del Seimas, il parlamento locale monocamerale. 70 seggi verranno assegnati subito con sistema proporzionale, mentre il 27 ottobre si terrà un secondo turno di ballottaggio per i 71 seggi assegnati con il sistema uninominale maggioritario.
Dal 2020 al governo del paese c’è una coalizione liberale di centrodestra, guidata da Ingrida Šimonytė, e formata dai liberalconservatori europeisti dell’Unione della Patria-Democratici Cristiani (TS-LKD), dai lliberali di centrodestra ,del Movimento dei Liberali (LRLS) e dai liberali di centrosinistra del Partito della Libertà (LP). Le maggiori forze di opposizione sono gli agrari dell’ Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania (LVŽS), i populisti di centrosinistra del Partito Laburista (DP) e il Partito Socialdemocratico (LSDP).
I partiti di governo sono in crisi di consensi e in testa a tutti i sondaggi d’opinione degli ultimi anni è sempre stato il Partito Socialdemocratico, guidato da Vilija Blinkeviciute , in passato ministra del lavoro e della sicurezza sociale. Sebbene favorito nei sondaggi, il Partito socialdemocratico è arrivato 2° alle elezioni europee del 9 giugno con il 18% dei voti, superato dal TS-LKD con il 21,3% . L’affluenza è stata decisamente scarsa (28,94%) e si prevede che i risultati delle elezioni politiche saranno molto diversi, ma il risultato deludente del Partito socialdemocratico indica una certa fragilità del suo consenso.
Gli obiettivi di Vilija Blinkeviciute e del Partito Socialdemocratico sono di frenare l’impatto dell’aumento dei prezzi, garantire la sicurezza dei cittadini, rafforzare i settori della sanità e dell’istruzione, moderare il consumo di energia da parte delle aziende e fornire più assistenza a alle famiglie. Una delle principali sfide per i socialdemocratici è riuscire ad attrarre elettori a Vilnius. In Lituania, a differenza del resto d’Europa, le persone che vivono in aree urbane hanno maggiori probabilità di votare per i partiti di centrodestra, mentre coloro che vivono in aree rurali hanno maggiori probabilità di votare per quelli di sinistra. La maggioranza degli elettori di Vilnius infatti sostiene i partiti dell’attuale governo liberale di centrodestra.
A contendere ai socialdemocratici i voti degli elettori delusi dal governo ci sono infatti due nuovi partiti: l’Unione dei Democratici “Per la Lituania” (DSVL), partito ecologista di centrosinistra nato da una scissione del LVŽS e soprattutto una nuova formazione politica populista radicale, chiamata Alba di Nemunas (NA), dal nome del principale fiume del paese.
Finora relativamente indifferente a questo fenomeno, anche la Lituania sta ora assistendo all’ascesa di un partito populista radicale. Tuttavia Alba di Nemumas si presenta come un partito cristiano, liberale e di sinistra. È stato fondato nel novembre 2023 da Remigijus Zemaitaitis dopo la sua estromissione, avvenuta il maggio precedente dal partito conservatore Libertà e Giustizia (LT) e per le sue dichiarazioni antisemite. A lui si sono uniti due deputati del LVŽS, che gli hanno conferito 3 seggi al Seimas. All’inizio dell’anno, la Corte costituzionale ha riconosciuto che il parlamentare aveva ripetutamente violato il suo giuramento di membro del parlamento e la Costituzione, rilasciando dichiarazioni antisemite, in particolare negando la realtà della Shoah. Remigijus Zemaitaitis ha evitato il l’espulsione dal parlamento dimettendosi di sua volontà dal Seimas ad aprile.
Žemaitaitis è un populista, che si descrive come un “uomo del popolo” che combatte contro le “élite” del paese. in passato è stato il leader di un partito di destra nazionalista, chiamato Ordine e Giustizia (TT), poi dissolto nel 2020 ma che dal 2012 al 2016 ha partecipato al governo del paese con i socialdemocratici e con il Partito Laburista. L’ideologia del nuovo partito è molto ambigua. Da un lato afferma di essere un partito di centrosinistra disponibile a governare insieme ai socialdemocratici, dall’ altro afferma di avere idee liberali, ma è socialmente conservatore, favorevole alla “famiglia cristiana tradizionale”, con posizioni poco chiare in politica estera, in particolare per quanto riguarda i rapporti con la Russia di Putin e la guerra in Ucraina.
Oltre che per le elezioni europee, quest’anno i lituani sono stati chiamati alle urne anche per l’elezione del Presidente della Repubblica lo scorso 26 maggio. Il Capo dello Stato uscente, Gitanas Nauseda, un ex comunista candidato come indipendente, è stato rieletto al ballottaggio con il 75,3% dei voti sconfiggendo nettamente la prima ministra Ingrida Šimonytė. In questa occasione, il Partito socialdemocratico ha scelto di non presentare un candidato e di sostenere il Capo dello Stato uscente, mentre il controverso Remigijus Žemaitaitis è arrivato quarto al primo turno con il 9% dei voti dopo Nauseda, Šimonytė e l’indipendente di centrodestra Ignas Vėgėlė.
Quale partiti entreranno nel prossimo parlamento, quale partito arriverà in testa e quale sarà la composizione del prossimo governo? E che ruolo avranno i populisti di Remigijus Zemaitaitis nella prossima legislatura? Queste elezioni si presentano con una serie di interrogativi a cui per il momento è difficile rispondere.
IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE
La Lituania èuna repubblica unitaria democratica rappresentativa semi-presidenziale, il presidente della Lituania è il capo dello Stato e il Primo Ministro della Lituania è il capo della governo e di un sistema multipartitico .Il potere esecutivo è esercitato dal Presidente e dal Governo, guidato dal Primo Ministro . Il potere legislativo è conferito sia al governo che all’unicamerale Seimas ( Parlamento lituano ). Il potere giudiziario è conferito ai giudici nominati dal presidente della Lituania ed è indipendente dal potere esecutivo e legislativo. La magistratura è composta dalla Corte costituzionale , dalla Corte suprema e dalla Corte d’appello , nonché dai tribunali amministrativi separati .
Il Presidente è eletto direttamente dal popolo per un mandato di cinque anni, rinnovabile una volta. Le elezioni presidenziali si svolgono in una versione modificata del sistema a due turni . Se partecipa oltre la metà degli elettori, un candidato deve ottenere la maggioranza dei voti totali validi per vincere le elezioni al primo turno. Se partecipa meno della metà, un candidato può vincere anche con la maggioranza relativa, a condizione che ottenga almeno un terzo dei voti totali. Se il primo turno non produce un presidente, si tiene un ballottaggio tra i primi due classificati.
Il Presidente nomina il Primo Ministro e, su indicazione di quest’ultimo, i ministri del governo, che deve tuttavia essere confermato dal parlamento.
Il parlamento ( Seimas ) ha 141 membri eletti per un mandato di 4 anni. Circa la metà dei membri viene eletta in collegi maggioritari uninominali (71), per i quali si possono presentare anche candidati indipendenti e gli altri 70 con sistema proporzionale in un collegio unico nazionale. Un partito deve ottenere il 5% (il 7% se si tratta di una coalizione) per ottenere seggi nella parte proporzionale. Nei collegi uninominali maggioritari viene dichiarato eletto qualsiasi candidato che ottenga la maggioranza assoluta al 1° turno, a condizione che l’affluenza sia almeno del 40%. Se l’affluenza è inferiore, viene eletto il candidato con il numero più alto di voti, purché abbia i voti di almeno il 20% degli elettori registrati. Se queste condizioni non sono soddisfatte viene organizzato un 2° turno di ballottaggio dopo due settimane. A causa della frammentazione della scena politica lituana, è molto difficile che un candidato in un collegio uninominale possa essere eletto direttamente al primo turno. Nelle elezioni del 2020 furono solo 3 su 71.
Ogni partito che desidera partecipare alle elezioni deve avere almeno 1.000 membri. Per candidarsi in un collegio uninominale servono le firme di almeno 1’000 elettori. L’età di eleggibilità è stata recentemente abbassata: i candidati devono ora avere almeno 21 anni. I lituani che vivono all’estero sono rappresentati in una circoscrizione speciale.
Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, la Lituania è una cosiddetta “Democrazia Imperfetta”, al livello di paesi tipo Lettonia, Polonia, Cipro e Malesia.
Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i gli sviluppi politici recenti, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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