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Il Giramondo: Elezioni in Nigeria, il gigante malato dell’Africa

 

LA STORIA POLITICA

 

1960-1966: L’Indipendenza e la Prime Repubblica

Le tre provincie coloniali inglesi della Nigeria raggiunsero l’indipendenza nel 1960. I principali partiti che si formarono rappresentavano le varie etnie del paese.

L’NPC, (Nigerian people’s Congress), rappresentava gli interessi dei conservatori, musulmani hausa, e aveva il predominio nella regione settentrionale. L’NCNC (National Convention of Nigerian Citizens), era dominato dagli igbo e dai cristiani, e aveva il proprio centro di potere nella regione orientale, mentre l’AG (Action Group) era un partito collocabile alla sinistra dello spettro politico che controllava l’ovest in maggioranza di etnia Yoruba. Il primo governo nazionale post-coloniale venne formato da un’alleanza conservatrice tra il NCNC e il NPC mente l’AG rimase all’opposizione.

Nel 1963 la Nigeria divenne formalmente una Repubblica Federale Le divisioni tra le varie etnie portarono ben presto il paese sull’orlo della guerra civile. Le prime elezioni libere del 1964 si svolsero in clima caotico e portarono alla vittoria dell’NPC.

 

1966-1979: La Prima Repubblica, la Guerra del Biafra e i regimi militari.

Nel 1966 un gruppo di militari di etnia Igbo del sud del paese rovesciò il governo, assassinando il primo ministro e vari governatori e instaurò al potere una giunta militare. Pochi mesi dopo un altro colpo di stato, guidato da Yukubu Gowon e da ufficiali del nord del paese provocò il massacro di migliaia di cittadini di etnia igbo.

Gli Igbo si ribellarono alla nuova dittatura militare e nel 1967 il sudest del paese dichiarò l’indipendenza sotto il nome di “Repubblica del Biafra”. La conseguente guerra civile Nigeriana fu una delle più sanguinose della storia Africana, causando circa 3 milioni e mezzo di morti (in maggior parte bambini morti di fare), e terminò con la sconfitta del Biafra nel 1970.

Negli anni successivi, grazie alla produzione del petrolio, il paese ebbe un notevole sviluppo economico, anche se la richezza ottenuta dallo sfruttamente dei giacimenti petroliferi non fu redistribuita all’interno della società.

Nel 1975 un nuovo colpo di stato militare, sempre organizzato da ufficiali del nord del paese, depose il general Gowon con l’intento di portare il paese a libere elezioni. Il general Muhammed nuovo capo del regime decise di fondare una nuova città, Abuja, nel centro del paese, destinata a diventare la nuova capitale della Nigeria.

Il generale Muhammed fu assassinato nel 1976, durante un tentativo fallito di colpo di Stato. Il capo del suo staff, il luogotenente generale Olusegun Obasanjo un cristiano proveniente del sud del paese, divenne il nuovo capo di Stato. Obasanjo inizio a riformare l’economia del paese per renderla meno dipendente dalle esportazioni di petrolio.

 

1979-1993: La Seconda Repubblica e i regimi militari di Buhari e Babangida

Dal 1977 al 1979 Obasanjo liberalizzò la vita politica del paese. Nel 1979 ci furono elezioni parlamentari vinte dal Partito Nazionale (NPN), che rappresentava gli interessi del nord del paese. L’NPN ottenne una schiacciante vittoria nelle successive elezioni del 1983, segnate da estesi brogli e violenze. Pochi mesi dopo un colpo di stato organizzato da un altro militare del nord, il generale Muhammadu Buhari rovesciò il governo, accusandolo di frode e corruzione diffusa. Il governo militare fu però incapace di affrontare la crisi economica e fu rovesciato da un altro colpo di stato, guidato dal generale Ibrahim Babangida, anch’egli del nord del paese.

Babangida cercò di portare il paese verso la “Terza Repubblica”, una democrazia controllata, non legata alle divisioni etniche del paese e fece fondare due partiti; la convenzione Democratica Nazionale (NRC), di centrodestra e il Partito Socialdemocratico (SDP)di centrosinistra che sarebbero dovuti essere gli unici partiti a partecipare alle elezioni.

Nelle elezioni politiche del 1992 furono vinte dall’NRC.

 

1993-1999: Il fallimento della Terza Repubblica e il regime di Abacha.

Nel 1993 si svolsero le elezioni presidenziali, vinte dal candidato socialdemocratico Moshood Abiola. Babangiba, che appoggiava il candidato conservatore, le fece annullare, causando una sollevazione popolare che lo costrinse alle dimissioni.

Ne approfittò’ il ministro della difesa, il generale Sani Abacha, anch’esso del nord del paese, che instaurò un nuovo regime militare e iniziò una feroce opera di repressione contro le opposizioni, incarcerando e spesso uccidendo giornalisti, sindacalisti ed intellettuali. Tra gli arrestati anche l’ex capo di stato Obasanjo e il suo braccio destro, il generale Shehu Musa Yar’Adua.

La comunità internazionale sottopose la Nigeria a pesante sanzioni a causa delle continue violazioni dei diritti umani da parte del regime. Le sanzioni colpirono indirettamente anche le grandi aziende petrolifere multinazionali presenti nel paese.

Nel 1998 Abacha morì improvvisamente, ufficialmente per arresto cardiaco, mentre si trovava in compagnia di due prostitute fatte arrivare da Dubai. Fu sostituito dal generale Abdulsalami Abubakar, il quale fece rilasciare la maggior parte dei prigionieri politici e promise di restaurare la democrazia, cosa che porto’ progressivamente all’eliminazione delle sanzioni. Anche Abiola, che proclamava di essere il legittimo presidente, fu rilasciato ma morì pochi giorni dopo per cause sconosciute.

 

1999-2019 Una fragile democrazia

Nel 1999 si svolsero elezioni parlamentari e presidenziali. Il Partito Democratico del Popolo (PDP) vinse la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento e il suo candidato, l’ex capo di stato Obasanjo, fu eletto presidente.

Olusegun Obasanjo si trovò dinanzi un paese che soffriva di stagnazione economica e del deterioramento della maggior parte delle sue istituzioni democratiche.

Sotto di lui ci furono notevoli progressi nella gestione dei diritti umani, nella libertà di stampa e nella pratica democratica. In quegli anni tuttavia iniziarono a svilupparsi sempre più frequenti violenze interetniche nel nord del paese, soprattutto tra la maggioranza mussulmana e la minoranza cristiana. Obasanjo fu costretto ad accettare che vari stati federali del nord instaurassero la Sharia come sistema legale, il che non bastò a placare l’integralismo etnico-religioso.

Obasanjo fu rieletto nel 2003, sconfiggendo un altro militare ex capo di stato, il generale Buhari e, rispettando la costituzione, non si ricandidò per un terzo mandato.

Nelle elezioni generali del 2007, il braccio destra di Obasanjo, il generale Umaru Yar’Adua fu eletto presidente. L’elezione fu segnata da brogli elettorali e denunciata da altri candidati e osservatori internazionali.

Yar’Adua soffriva di pessima salute e trascorse buona parte del tempo ricoverato in ospedale all’estero. Nel 2010 a causa della morte di Yar’Adua, divenne presidente il suo vice, Goodluck Jonathan, cristiano proveniente dal sud del paese, il quale fu confermato alla presidenza nelle elezioni del 2011, sconfiggendo il generale Buhari.

La presidenza di Johathan fu caratterizzata da una corruzione diffusa, pessima gestione dell’amministrazione del paese e incapacità di gestire i conflitti etnici. in quegli anni ci fu anche l’esplosione del fenomeno del terrorismo islamico di Boko Haram nel nord-est del paese.

Nelle elezioni del 2015, che videro di nuovo contrapporti Jonathan e Buhari, videro la vittoria di quest’ultimo e per la prima volta una pacifica transizione di potere tra il partito di maggioranza e l’opposizione.

Buhari si è impegnato con successo a reprimere i terroristi di Boko Haram, ma a causa dei bassi prezzi del petrolio, non è riuscito a finanziare i suoi progetti per migliorare le infrastrutture del paese e difversificare l’economica.

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