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Il Giramondo – Elezioni parlamentari in Austria, l’estrema destra verso il Governo?

LA STORIA POLITICA

La Repubblica di Germania-Austria (1918-1919)

La fine della prima guerra mondiale coincise con il crollo dell’Impero Austriaco. Nelle zone dell’ex impero abitate da popolazioni di lingua tedesca fu formata la Repubblica di Germania-Austria comprendente oltre all’Austria, anche zone dell’attuale Repubblica Ceca, Slovenia, Polonia oltre all’Alto Adige. Cancelliere fu nominato il socialdemocratico  Karl Renner a capo di un governo di unità nazionale. Nel Febbraio del 1919 fu eletta l’assemblea costituente del nuovo stato, che vide il partito socialdemocratico  SDAPÖ ottenere la maggioranza relativa dei seggi in parlamento seguito dai cristiano-conservatori del Partito Cristiano Sociale (CS). Il governo intendeva riunificare l’Austria con la neonata repubblica tedesca di Weimar, ma le potenze alleate vincitrici della guerra, in particolare la Francia, misero il veto su tale eventualità. ll Trattato di Saint-Germain -en-Laye del 10 settembre 1919, impose al paese di cambiare il proprio nome in “Repubblica d’Austria”  e  di cedere ai paesi confinanti vasti territori abitati da popolazioni di lingua tedesca, riducendo lo stato alle dimensioni attuali.

 

La Prima Repubblica, 1919-1933

Il trattato di Saint-Germain -en-Laye fu ratificato dal parlamento austriaco il 21 ottobre 1919. L’Austria sarebbe dovuta rimanere uno stato indipendente per almeno 20 anni. Nel 1920 si tennero le prime elezioni legislative della nuova repubblica, che videro i cristiano-sociali superare i socialdemocratici.  Dopo pochi mesi l’alleanza di governo con i socialdemocratici entrò in crisi e i cristiano-sociali formarono un governo di centrodestra con i nazionalisti filotedeschi, che sarebbe rimasto al potere fino al 1929. Le elezioni del 1923 e del 1927 confermarono i rapporti di forza tra i partiti.  In quegli anni il paese fu colpito dalla crisi economica e dall’iperinflazione, che portarono a forti tensioni sociali.  Nelle elezioni del 1930 i socialdemocratici tornarono ad essere il primo partito, tuttavia i cristiano-sociali rimasero al potere con  governi monocolori di minoranza con appoggio esterno dei partiti di destra.  Nel 1932 fu nominato cancelliere Engelbert Dollfuss, leader dell’ala destra del partito cristiano-sociale, che formò una coalizione di governo di destra nazionalista con una maggioranza di un solo seggio in parlamento.

 

La Dittatura: lo Stato federale d’Austria (1933–1938)

Dullfuss, preoccupato della crescita del movimento nazista in Austria e delle spinte verso l’unificazione con la nascente Germania nazista, decise di assumere i pieni poteri. Dichiarò il parlamento incapace di legiferare e fece assumere al governo il potere legislativo, effettuando in pratica un colpo di stato e trasformando il paese in una dittatura fascista sull’esempio di quella italiana, che abolì il diritto di manifestazione pubblica e la libertà di stampa. Furono messi al bando i partiti di opposizione (incluso il partito socialdemocratico e il partito nazista) e fu creato un partito unico, il Fronte Patriottico.

Nel 1934 Dullfuss fu assassinato da un commando nazista e capo di governo divenne Kurt Schusschinigg. Nel 1936 il regime italiano di Mussolini che fino ad allora era stato uno stretto alleato dell’Austria, inizio ad avvicinarsi alla Germania nazista. Questo indebolì molto la forza del regime fascista austriaco, isolato dalle potenze occidentali e politicamente sotto attacco da parte sia della Germania che dell’Unione Sovietica e con un’opinione pubblica ostile al regime e sempre più favorevole all’unificazione con la Germania.

 

L’Anschluss e l’unificazione con la Germania (1938–1945)

Nel 1938 la Germania mandò un ultimatum all’Austria chiedendo di includere il partito nazista nel governo del paese.  Schuschnigg si oppose e Hitler mandò le sue truppe ad invadere pacificamente il paese, con l’appoggio della popolazione. Schschnigg si dimise e divenne primo ministro il leader nazista austriaco Arthur Seyss-Inquart, che dichiarò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco.

Negli anni successivi decine di migliaia di ebrei, comunisti, socialisti e i politici ostili al regime furono mandati nei campi di concentramento, assassinati o costretti all’esilio.  Nel 1945 l’Austria fu invasa dell’esercito sovietico che occupò Vienna. Le truppe alleate anglo-americane allora invasero il resto del paese per bloccare l’avanzata sovietica, dividendo di fatto l’Austria in due aree di occupazione.

 

La Seconda Repubblica e  il bipartitismo (1945-1986)

Il 27 Aprile 1945 fu creato un governo di unità nazionale, presieduto dal 75-enne anziano leader socialdemocratico Karl Renner, che includeva socialisti, comunisti e conservatori che avevano combattuto contro il regime nazista.  USA e URSS riconobbero il nuovo governo, che fu in grado di amministrare tutte le zone occupate del paese, evitando una divisione simile a quella della Germania. Nel novembre 1945 si tennero libere elezioni che videro i cristiano-conservatori superare i socialdemocratici  e formare un governo di grande coalizione con questi ultimi.

A differenza della Prima Repubblica, che era stata caratterizzata da conflitti a volte violenti tra i diversi gruppi politici, la Seconda Repubblica divenne una democrazia stabile. I due maggiori partiti principali, il Partito popolare austriaco cristiano-democratico (ÖVP) e il Partito socialdemocratico (SPÖ), rimasero in una coalizione guidata dall’ÖVP fino al 1966. Il Partito comunista austriaco (KPÖ), che non aveva quasi alcun sostegno nell’elettorato austriaco, rimase nella coalizione fino al 1950 e in parlamento fino alle elezioni del 1959 . Per gran parte della Seconda Repubblica, l’unico partito di opposizione fu il Partito della libertà dell’Austria (FPÖ), che includeva nazionalismo tedesco e correnti politiche liberali. I due principali partiti di governo si sforzarono di porre fine all’occupazione militare e ripristinare la completa indipendenza dell’Austria, che fu proclamata “paese neutrale” nel 1955.

La coalizione ÖVP-SPÖ terminò nel 1966 , quando l’ ÖVP ottenne la maggioranza in parlamento e governò da sola per i successivi quattro anni. Le cose cambiarono nel 1970 quando l’ SPÖ divenne per la prima volta dal dopoguerra il partito più forte del paese con il suo leader carismatico Bruno Kreisky, che divenne cancelliere e portò  il partito ad ottenere la maggioranza assoluta in parlamento nelle elezioni del 1971, 1975 e 1979.

Nel 1983 l’SPÖ perse la maggioranza assoluta, Kreisky si dimise e fu formata un’inedita coalizione tra i socialdemocratici e la destra dell’FPÖ sotto la guida di Fred Sinowatz.

 

Haider  e la crescita della destra (1986-2017)

Il 1986 fu un anno di svolta nel paese.  Nelle elezioni presidenziali il candidato dell’ ÖVP era Kurt Waldheim, ex segretario generale dell’ONU.  Durante la campagna elettorale il Congresso Ebraico Mondiale pubblicò  la notizia che Waldheim aveva mentito sulla sua appartenente allo “Sturmabteilung”  , la milizia paramilitare nazista durante la seconda guerra mondiale e che sarebbe stato implicato in alcuni crimini di guerra.  Waldheim  parlò di un complotto i suoi danni,  andò avanti nella campagna elettorale e vinse la presidenza  grazie anche all’appoggio dell’FPÖ.  Nel frattempo leader dell’FPÖ era diventato Jörg Haider, capofila della corrente di destra nazionalista del partito. I socialdemocratici allora decisero di rompere l’alleanza di governo con  l’FPÖ ed andare ad elezioni anticipate.  Le elezioni  videro un calo di socialisti e conservatori a vantaggio dei verdi e della destra di Haider. Fu quindi formato un governo di grande coalizione tra SPÖ e ÖVP guidato dal socialdemocratico Franz Vranitzky. Le elezioni del 1990 videro un’ulteriore avanzata dell’FPÖ che raggiunse quasi il 17% dei voti. Nel 1994 la percentuale raggiunse il 22%. La grande coalizione si ruppe e nel 1995 si ebbero nuove elezioni anticipate, che videro un recupero dei socialdemocratici e la riedizione della grande coalizione.  Nel 1999 per la prima volta l’FPÖ divenne il secondo partito del paese con il 26,9% superando l’ÖVP.  I conservatori decisero quindi di rompere con i socialisti e formare una coalizione di governo con Haider, guidata dal conservatore Wolfgang Schüssel L’esperienza di governo portò ad una spaccatura all’interno dell’FPÖ tanto che Haider fu costretto di abbandonare il partito.

Le elezioni del 2002 videro un netto calo dell’FPÖ che senza Haider scese al 10% dei voti. L’ÖVP con il 42% dei voti tornò ad essere il primo partito del paese e confermò l’alleanza di governo di destra.  Haider decise di formare un proprio partito,  chiamato Alleanza per il futuro dell’Austria(BZÖ), al quale aderirono quasi tutti gli esponenti di governo dell’FPÖ.  La coalizione di governo diventò quindi ÖVP-BZÖ con l’FPÖ all’opposizione.  Nelle elezioni del 2006 i conservatori ebbero un notevole calo, permettendo ai socialdemocratici di ritornare ad essere il primo partito del paese. Il BZÖ di Haider ebbe un deludente risultato elettorale, con solo il 4% dei voti.  Fu quindi formato un nuovo governo di grande coalizione  SPÖ-ÖVP  guidato dal socialdemocratico Alfred Gusenbauer, mentre i verdi, guidati da Alexander Van der Bellen, diventavano con l’11,5% il terzo partito del paese.

La coalizione crollò dopo due anni e nel 2008 si svolsero nuove elezioni che videro una netta svolta a destra dell’elettorato, con SPÖ e ÖVP che persero complessivamente 14 punti percentuali a favore di FPÖ e BZÖ. Nonostante Tuttavia, SPÖ e ÖVP rinnovarono la loro coalizione sotto la guida del nuovo presidente dell’SPÖ Werner Faymann. Pochi mesi dopo 2008 Jörg Haider morì in un incidente d’auto.  La coalizione fu confermata dopo le elezioni del 2013, che videro  l’uscita dal parlamento del BZÖ.

Tra il 2015 e il 2016 la destra nazionalista austriaca ebbe  un notevole incremento di consensi grazie anche alle sue campagna xenofobe contro gli immigrati, in parallelo il consenso di socialdemocratici e conservatori era in netto calo. Nella primavera del 2016 si tennero elezioni presidenziali  che videro per la prima volta l’esclusione dal ballottaggio di entrambi i maggiori partiti SPÖ e ÖVP.  Il ballottaggio vide una risicata vittoria da parte del candidato dei verdi Alexander Van der Bellen contro quello dell’FPÖ Norbert Hofer.  A seguito dell’umiliante sconfitta si dimise il cancelliere socialdemocratico Faymann, sostituito dal suo collega di partito Christian Kern.  

Il “Ragazzo Prodigio” Sebastian Kurz  (2017-2021)

Nel maggio 2017  l’ÖVP elessse come suo leader il giovane e carismatico ministro degli esteri Sebastian Kurz, il quale procedette ad un rinnovamento della classe dirigente del partito, modificandone il nome in “Nuovo Partito Popolare”  e annunciando la fine dell’alleanza di governo con l’SPÖ. Le successive elezioni dell’ottobre 2017 videro la netta vittoria dei conservatori dell’ÖVP, che guadagnarono il 7,5 dei voti rispetto al 2013, tornando ad essere dopo 15 anni il primo partito del paese. Il FPÖ aumentò la sua percentuale di oltre il 5%, recuperando voti che nel 2013 erano andati ad altri partiti populisti e di destra.  I socialdemocratici rimasero stabili e i liberali di NEOS guadagnarono un seggio.  La lista di Peter Pilz, ex leader del Verdi, riuscì  ad entrare in parlamento,  mentre i verdi rimasero sotto la soglia del 4% per la prima volta dal 1986, non ottenendo nessun deputato.

Kurz allora si accordò con il leader dell’FPÖ Heinz-Christian Strache per un’alleanza di governo, dove quest’ultimo sarebbe diventato vice-cancelliere e l’FPÖ avrebbe ottenuto importanti ministeri tra i quali l’Interno e la Difesa. Il governo andò avanti senza grossi problemi fino a Maggio del 2019 quando scoppiò’ il cosiddetto “Affare Ibiza“.  Due quotidiano tedeschi pubblicarono un video, registrato con una telecamera nascosta, di un incontro avvenuto in una villa di Ibiza alla vigilia delle elezioni del 2017, in cui Heinz-Christian Strache e il suo vice Johann Gudenus,  accettavano la proposta di una presunta emissaria di un potente oligarca russo, di fornire all’FPÖ finanziamenti e l’appoggio da parte dei media per la campagna elettorale, in cambio di appalti pubblici esclusivi all’oligarca e di favorire gli interessi russi in Austria.  Lo scandalo  provocò le dimissioni immediate di Strache e il crollo della coalizione di governo. Kurz fu sfiduciato dal parlamento e  il Presidente della Repubblica, dopo aver nominato un governo tecnico ad interim,  decise di indire elezioni anticipate per il settembre 2019.

 

Nelle prossime pagine, gli sviluppi politici recenti, i risultati delle precedenti elezioni parlamentari e presidenziali, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.

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