Marc Ravalomanana, nato nel 1949, è stato presidente del Madagascar dal 2002 al 2009. Nato in una famiglia agricola appartenente al gruppo etnico dei Merina (il popolo degli altipiani), iniziò giovanissimo la sua carriera di imprenditore producendo e vendendo yogurt nei villaggi degli altipiani, per poi creare una vera e propria industria casearia.
Tra gli anni ’70 e ’90 la sua azienda si sviluppò sino a diventare un vasto conglomerato lattiero-caseario chiamato Tiko.
Nel 1999 entra in politica, fondando il partito politico Tiako Iarivo (successivamente Tiako i Madagasikara – TIM) e facendosi eleggere sindaco della capitale Antananarivo. Come sindaco riuscì a migliorare le condizioni sanitarie e di sicurezza della città. Grazie al suo successo come amministratore si candidò alle elezioni presidenziali del Dicembre 2001, sconfiggendo l’ex dittatore Didier Ratsikara ottenendo la maggioranza assoluta direttamente al primo turno. È stato rieletto nel dicembre 2006, di nuovo con una maggioranza al primo turno.
Durante la presidenza di Ravalomanana, il Madagascar ha compiuto progressi in campo economico, registrato una crescita media del PIL del 7%percento all’anno.
L’opposizione tuttavia iniziò a criticare Ravalomanana accusandolo di autoritarismo e di conflitto di interessi tra le sue aziende e gli affari dello stato. Inoltre l’aumento della ricchezza del paese non fu redistribuito, aumentando le disuguaglianze tra le classi sociali.
Nel 2008 un controverso contratto di locazione di terreni con la società agricola coreana Daewoo, l’acquisto di un costoso jet presidenziale e la chiusura di canali mediatici di proprietà del leader dell’opposizione e sindaco di Antananarivo, Andry Rajoelina, provocarono un’ondata di proteste popolare contro la sua amministrazione. Rajoelina si mise allora a capo di una vera e propria rivolta prima popolare e poi militare, che portò alle sue dimissioni nel gennaio 2009.
Dal 2009 al 2012, Ravalomanana ha vissuto in esilio in Sud Africa, dove è stato impegnato in negoziati attivi con Rajoelina e gli ex capi di stato Albert Zafy e Didier Ratsiraka per organizzare elezioni nazionali. Cercò di candidarsi alle elezioni del 2013, ma la sua candidatura fu bocciata dal tribunare elettorale e il candidato del suo partito, jean-Louis Robinson fu sconfitto dal candidato di Rajoelina, Hery Rajaonarimampianina.
Dopo aver tentato di tornare in Madagascar nell’ottobre 2014 venne arrestato, essendo stato condannato in contumacia a lavori forzati a vita per abusi di potere da parte dell’amministrazione Rajoelina. Dopo che la sua condanna fu revocata, fu liberato dagli arresti domiciliari nel maggio 2015, ha annunciato la riapertura del gruppo imprenditoriale Tiko ed è stato rieletto presidente del suo partito, per poi candidarsi alle elezioni presidenziali di quest’anno.
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