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IL GIRAMONDO – Elezioni in Danimarca. Il ritorno dei socialdemocratici ?

LA STORIA POLITICA

La  Daminarca è una dell più antiche democrazie europee esistenti. La prima elezione del Folketing risale al 1847 e da allora si sono succedute sempre elezioni democratiche, anche durante le due guerre mondiali e persino sotto l’occupazione nazista.

Dal 1847 al 1901 si alternarono al governo  vari partiti liberalconservatori e agrari.  Nel 1970 fu fondato il partito Venstre (letteralmente “sinistra”), che rappresentava l’ala più liberale del parlamento dell’epoca e ottenne la maggioranza dei parlamentari nella maggior parte delle elezioni successivi. Nel 1884 entrarono in parlamento per la prima volta dei deputati del Partito Socialdemocratico. Nel 1901 i liberali di Venstre ottennero per la prima volta la carica di primo ministro. Nel 1905, l’ala antimilitarista di Venstre fu espulsa dal partito e formò il partito Radikal Venstre (letteralmente Sinistra Radicale). Nel 1915 le donne ottennero il diritto di voto. Radikal Venstre andò al potere durante gli anni della prima guerra mondiale, durante la quale la Danimarca restò neutrale, ma subì notevoli danni alla sua economica basata sulle esportazioni.  Nel 1920, dopo una crisi di governo causata da un disaccordo tra il Re Christian X e il Primo Ministro Carl Theodor Zahle di Radical Venstre, fu deciso che la monarchia non avrebbe più dovuto intromettersi nelle questioni del governo del paese.

Nell’elezione Folketing del 1924 i socialdemocratici, sotto il carismatico Thorvald Stauning, divennero il più grande partito parlamentare della Danimarca, posizione che mantennero fino al 2001. Negli anni successivi si alternarono al potere governi di centrodestra e centrosinistra guidata dai socialdemocratici e dai liberalconservatori di Venstre. L’azione di governo socialdemocratica negli anni ’30 pose fine alla Grande Depressione nel paese e gettò le basi per uno stato sociale.

Nel 1939, Hitler offrì patti di non aggressione alle nazioni scandinave. Mentre Svezia e Norvegia opposero un netto rifiuto, la Danimarca decise di accettare. Quando iniziò la seconda guerra mondiale, Copenaghen dichiarò la sua neutralità, tuttavia, la Germania  occupò la Danimarca il 9 aprile 1940, incontrando una resistenza limitata. Le forze britanniche in risposta occuparono le Isole Faroe e invasero l’Islanda, che allora era unita al regno di  Danimarca. Dopo un plebiscito, l’Islanda nel 1944 dichiarò la sua indipendenza e divenne una repubblica. 

L’occupazione nazista della Danimarca si svolse in un modo del tutto particolare. il Re Christian X, il governo, il parlamento e le altre istituzioni del paese continuarono a rimanere in funzione regolarmente. Il governo cercò di proteggere la popolazione dal dominio nazista attraverso il compromesso, fino al 1943, quando l’esercito tedesco assunse il pieno controllo del paese, che mantenne fino alla fine della guerra. 

Dopo la guerra la Danimarca entrò a far parte della NATO e nel 1973 entrò nella Comunità europea. Negli anni del dopoguerra la maggioranza dei governi fu guidata dai socialdemocratici. Dal 1968 in poi al governo andarono si alternarono maggiornanze di centrodestra e centrosinistra. Nel 2000 in un referendum i danesi respinsero la proposta di entrare nell’Euro. Il 2001 segnò una svolta nella politica danese. Il leader del centrodestra Anders Fogh Rasmussen, sconfisse socialdemocratici e Venstre tornò ad essere per la prima volta dopo 80 anni il primo partito del paese.  Rasmussen rafforzò l’alleanza con gli USA e accettò di mandare soldati danesi a combattere nella guerra in Afghanistan. In politica interna Rasmussen prese varie iniziative per liberalizzare l’economia del paese, senza però smantellare lo stato sociale. Nel 2009 Anders Fogh Rasmussen Rasmuss si dimise per diventare segretario generale della Nato e gli successe il suo compagno di partito Lars Løkke Rasmussen. Nelle elezioni del 2011 il centrodestra perse la maggioranza e tornarono al potere i socialdemocratici guidati da Helle Thorning-Schmidt , prima donna a capo del governo danese. Thorning-Schmidt  si dimostrò un abile ed efficiente primo ministro tuttavia ad inizio 2015 il suo governo dovette affrontare la crisi europea dei migranti, che portò molti elettori verso la destra nazionalista del Partito Popolare Danese. Il risultato fu che alle elezioni  del Giugno 2015, nonostante i socialdemocratici fossero tornati ad essere il primo partito del paese, i partiti di centrodestra ottennero la maggioranza in parlamento, seppur per un solo seggio, e il Partito Popolare Danese ottenne un clamoroso successo arrivando secondo dopo i socialdemocratici. Lars Løkke Rasmussen tornò quindi a capo di governo di una coalizione tripartita appoggiata esternamente dal Partito Popolare Danese.

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