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IL GIRAMONDO – Elezioni legislative in Catalogna: un governo a guida socialista o il ritorno di Puigdemont?

I PARTITI POLITICI

Sono 18i partiti politici che si presentano a queste elezioni, 5 in meno delle scorse elezioni. Di questi circa 7 o 8 dovrebbero essere in grado di eleggere deputati in un parlamento che si prevede quindi frammentato quanto quello uscente, dove 8 liste avevano ottenuto seggi.

 

Partito Socialista della Catalogna (PSC-PSOE)

Logotip del PSC.svg

Leader

Salvador Illa

Ideologia

Socialdemocratici
Europeisti

Affiliazione Europea
Parlamento Europeo

PSE
S&D 

Affiliazione internazionale

Internazionale Socialista Alleanza Progressista

STORIA

Il Partito dei Socialisti di Catalogna (PSC-PSOE) è  stato fondato nel  1978 dalla fusione dei tre partiti socialisti esistenti in Catalogna durante la transizione spagnola. È associato a livello nazionale al  Partito socialista operaio spagnolo (PSOE).

Nelle prime elezioni regionali in Catalogna nel 1980 il PSC fu il secondo partito regionale, dopo l’alleanza autonomista di centrodestra CiU. Negli anni successivi e fino al 2003 il PSC rimase la maggiore forza di opposizione ai governi di centrodestra di Jordi Pujol. Nel 2003 pur avendo avuto un sensibile calo elettorale, fu in grado di formare una maggioranza di governo alternativa alla CiU, alleandosi agli indipendentisti di sinistra di ERC e la lista dei Verdi catalani.  Presidente della Catalogna divenne il socialista Pasqual Maragall. Dopo le elezioni del 2006, che videro un nuovo calo del PSC, Maragall fu sostituito dal suo compagno di partito José Montilla, che confermò il governo di coalizione con ERC e i Verdi. Nelle elezioni del 2010 il PSC perse ulteriormente consensi, pur rimanendo il secondo partito catalano, andando all’opposizione del governo della CiU guidato da Artur Mas.  Negli anni successivi, caratterizzati dalla netta contrapposizione tra partiti indipendentisti e nazionalisti, il PSC finì ai margini del dibattito politico catalano, tanto che nelle elezioni catalane del 2015 scese al suo minimo storico con il 12,7% dei voti.  Nelle successive elezioni anticipate del 2017, il PSC ha recuperato lievemente terreno, salendo al 13,9% dei voti ma diventando il quarto partito regionale, superato da Ciudadans, JuntsxCat ed ERC.

L’attuale presidente del PSC, Miquel Iceta, Ministro del Governo Territoriale nel governo Sanchez,  è stato il primo esponente politico apertamente omosessuale eletto al parlamento spagnolo. Il segretario del partito e candidato del PSC alla presidenza della Catalogna è invece  Salvador Illa, che è stato il Ministro della Sanità spagnolo fino al 29 gennaio 2021, quando si è dimesso per partecipare alle elezioni catalane del 2021 dove il PSC è stato il partito più votato, conquistando  il 23% dei voti e 33 seggi.

IDEOLOGIA E PROGRAMMI

Il PSC è un partito economicamente socialdemocratico e socialmente nettamente liberale. Così  come il PSOE, il suo corrispettivo nazionale,  il PSC intende aumentare le tasse per le fasce più elevate di reddito e istituire un reddito minimo garantito per tutti i i cittadini. Il PSC e a favore del potenziamento  del trasporto pubblico e mette come priorità del proprio programma la lotta ai cambiamenti climatici,  in vista di una transizione energetica verso la  produzione di energia elettrica al 100% da energie rinnovabili entro il 2050.

Esiste un settore nazionalista  catalano all’interno del PSC ,  a favore di una maggiore autonomia per la Catalogna e di una riformulazion dei suoi rapporti con il resto della Spagna . In passato è esistita una  fazione minoritaria del partito che  sosteneva  il diritto all’autodeterminazione e il referendum sull’indipendenza della Catalogna, che si è poi staccata dal PSC.

 

Insieme per la Catalogna (JxCat)

Junts per Catalunya (2020).svg

 

Leader

Carles Puigdemont

Ideologia

Indipendentisti Catalani
Populisti

Affiliazione Europea
Parlamento Europeo

Nessuna
Non Iscritti

Affiliazione internazionale

Nessuna

STORIA

Insieme per la Catalogna ( catalano : Junts per Catalunya – Junts)  è una formazione politica fondata nel 2020 dall’ex presidente catalano Carles Puigdemont ,  a seguito della divisione dell’omonima coalizione elettorale Junts per Catalunya – JxCat  tra i seguaci di Puigdemont  e il Partito Popolare Europeo catalana Democratico ( PDeCAT). Il nuovo partito è stata formata dalla fusione di varie formazioni indipendentiste che erano nate dopo lo scioglimento della Convergenza  Democratica della Catalogna (CDC) di Artur Mas, assieme alle fazioni del PDeCAT fedeli a Puigdemont e al partito dei Verdi Catalani.

Lo spazio politico autonomista di centrodestra che in passato era stato raccolta da Convergenza e Unione era stato frammentato e disorganizzato dopo lo scioglimento della federazione tra Convergenza Democratica della Catalogna (CDC) e Unione Democratica della Catalogna (UDC) nel 2015.  La CDC si era rifondata nel Partito Democratico Europeo Catalano ( PDeCAT) nel 2016 e l’UDC era stata sciolta per bancarotta nel 2017.

Dopo che nelle elezioni del 2015 i maggiori partiti indipendentisti si erano presentati all’interno di una lista unica che aveva ottenuto 62 seggi su 135. Grazie ad un’accordo con l’estrema sinistra indipendentista di CUP,  Carles Puigdemont era diventato presidente della Catalogna nel gennaio 2016, prendendo il posto del moderato conservatore Artur Mas. Nell’Ottobre del 2017 fu indetto il referendum sull’indipendenza della Catalogna, giudicato illegale dal governo di Madrid.  Per sfuggire all’arresto Puigdemont si dimise e fuggì in Belgio.

In vista delle elezioni anticipate del dicembre 2017 il PDeCAT aveva creato una nuova lista elettorale assieme ai sostenitori di Puigdemont, chiamata Insieme per la Catalogna (JxCat), che ottenne il 21,7% dei voti e 34 seggi.  Il successo dell’alleanza aveva provocato un aumento dell’influenza per Puigdemont sia all’interno del PDeCAT che negli altri partiti del campo indipendentista catalano. Nel 2018, dopo vari mesi di sospensione,  JxCat, ERC e CUP avevano formato un nuovo governo catalano guidato da Quim Torra, stretto alleato di Puigdemont.

Nel 2019 Puigdemont ha iniziato le trattative per trasformare Insieme per la Catalogna in un partito vero e proprio. L’opposizione del PDeCAT, che si rifiutava di sciogliersi, ha portato ad una rottura all’interno del PDeCAT, con una diserzione in massa di dirigenti ed iscritti al partito verso la nuova formazione di Puigdemont che alle elezioni del 2021 ha ottenuto il 20,1% dei voti e 32 seggi, mentre il PDeCAT ha ottenuto solo il 2,7% dei voti senza nessun seggio.  Junts è entrata a far parte del nuovo governo indipendentista di Pere Aragonès mentre PDeCAT si è sciolto lo scorso ottobre.

IDEOLOGIA E PROGRAMMI
Poiché il partito è stato fondato da Piugdemont mettendo insieme partiti abbastanza eterogenei tra di loro,  non ha una vera e propria ideologia al di fuori dell’aspirazione all’indipendenza della Catalogna. Il programma del partito fa riferimento al cosiddetto *sovranismo democratico*, alla democrazia diretta e alla lotta alla corruzione, richiamandosi a “valori progressisti” non meglio identificati. Uno dei motivi addotti per la rottura dei negoziati tra il PDeCAT e Puigdemont era stata proprio sulla questione dell’ideologia, poiché il primo – sostenitore di un progetto politico nel campo del ” centro ” – riteneva che anche la piattaforma di Puigdemont si fosse spostata troppo verso la sinistra dello spettro politico per recuperare  gli elettori indipendentisti che erano passati alla ERC. Tuttavia recentemente il partito ha adottato posizioni politiche di centrodestra, tanto da allearsi con l’estrema destra dell’Alleanza Catalana in alcune realtà locali.

 

 

Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC)

ERC logo 2017.svg

Leader

Pere Aragonès

Ideologia

Indipendentisti Catalani
Socialdemocratici

Affiliazione Europea
Parlamento Europeo

Alleanza Libera Europea
G/EFA

Affiliazione internazionale

Nessuna

STORIA

La Sinistra Repubblicana di Catalogna è, dopo il PSOE, uno dei più antichi partiti spagnoli esistenti. Fu fondata nel 1931 dopo la caduta della dittatura di Primo de Rivera. A seguito della vittoria in Catalogna nelle elezioni politiche dello stesso anno, l’ERC proclamò la Repubblica catalana, che entrò a far parte della neonata seconda repubblica spagnola con un ampio grado di autonomia. Con l’arrivo a Madrid di un governo di destra nel 1934, il governo autonomo catalano fu sciolto e tutti i suoi membri furono arrestati. Nel 1936 l’ERC fece parte del Fronte Popolare delle sinistre che vinse le elezioni e il governo autonomo fu ripristinato. Tuttavia con lo scoppio della guerra civile e la vittoria di Franco, il governo autonomo catalano fu nuovamente sciolto, l’ERC fu dichiarata  fuorilegge e i suoi leader vennero arrestati, giustiziati o costretti all’esilio.   Il partito tornò ad essere legale solo con il ritorno della democrazia dopo la morte di Franco.

Nelle elezioni per il parlamento catalano del 1980  ERC ottenne l’8,9% dei voti. Durante gli anni ’80 e ’90 ERC rimasto un partito minoritario nel parlamento catalano, ottenendo meno del 10% dei voti. La svolta si ebbe nel 2003, quando  ERC ottenne il 16,4% dei voti e andò al governo della Catalogna in coalizione con il PSOE, dove rimase fino al 2010.  Dal 2010 al 2015  la Catalogna fu guidata da Artur Mas, leader della coalizione di centrodestra CiU, ed ERC rimase all’opposizione, mentre in Catalogna soffiava sempre più forte il vento indipendentista.  Alle elezioni catalane del 2015 ERC fece parte del cartello elettorale  indipendentista Junts pel Sí, che ottenne 62 seggi,  formando un governo indipendentista guidato da Carles Puigdemon,  con Oriol Junqueras leader di ERC come vicepresidente.  Nel novembre dello stesso anno l’ERC votò insieme ai deputati di Junts pel Si e della CUP la dichiarazione di inizio del processo di indipendenza e sostiene la partecipazione al referendum sull’indipendenza della Catalogna del 2017, dichiarato illegale dal governo di Madrid. A seguito della vittoria al referendum, ERC votò la dichiarazione di indipendenza della Catalogna, in seguito alla quale il governo spagnolo sciolse il parlamento catalano e assunto il governo diretto della regione. Junqueras fu arrestato per ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici.

Nelle successive elezioni catalane del dicembre 2017 ERC ha ottenuto il 21,7% dei voti e nel  maggio del 2018, dopo la riapertura del parlamento catalano, ha appoggiato il governo indipendentista di Quim Torra.  Con la decadenza di Torra dalla presidenza della Catalogna nel settembre 2020,  ha preso il suo posto pro-tempore il vicepresidente Pere Aragonès.  Dopo le elezioni spagnole del novembre 2019, ERC ha permesso con la sua astensione la nascita del governo di sinistra di Pedro Sanchez.  Alle elezioni del 2021 ERC ha ottenuto il 21,3% dei voti e 33 seggi. Pere Aragonès ha continuato a guidare il governo regionale a capo di una coalizione comprendente ERC e Junts e appoggiata esternamente dalla CUP.  Dopo le elezioni nazionali del 2023 ERC è passata dall’astensione al voto a favore del governo Sanchez.

IDEOLOGIA E PROGRAMMI

La Sinistra Repubblicana di Catalogna ha nel proprio nome i tre pilastri fondamentali delle propria ideologia. Il partito è socialdemocratico dal punto di vista economico e nettamente liberale dal punto di vista sociale.  Esso è a favore di una repubblica indipendente che comprenda non solo la Catalogna ma tutte le aree circostanti abitate storicamente dalla comunità catalane, compresa una parte del territorio francese. Il partito sostiene l’indipendenza della Catalogna con mezzi pacifici. Rifiuta la violenza e partecipa attivamente alle istituzioni politiche con l’obiettivo di ottenere il diritto all’autodeterminazione attraverso mezzi democratici.

 

Partito Popolare Catalano (PP)

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Leader

Alejandro Fernández

Ideologia

Liberalconservatori
Cristiano-conservatori

Affiliazione Europea
Parlamento Europeo

PPE
PPE

Affiliazione internazionale

Internazionale Centrista Democratica
Unione Democratica Internazionale

STORIA

Il Partito Popolare Catalano è  il corrispettivo catalano del Partito Popolare spagnolo, fondato nel 1989 come rifondazione della formazione di centrodestra Alleanza Popolare.  Fin dalla sua nascita il Partito popolare catalano dovette attraversare una profonda crisi a causa dello scontro di due tendenze: una nazionalista, più determinata a confrontarsi con il governo di Jordi Pujol, e un’altra, più moderata e vicina agli ambienti autonomista. Nel 1991 l’ala dura del PP Catalano prese il controllo del partito, ponendo fine alla collaborazione con gli autonomisti di Convergenza e Unione.  La netta opposizione al governo di Pujol portò il partito ad ottenere il 13,1% dei voti e 17 deputati nelle elezioni del 1995. Tuttavia, dopo le elezioni generali spagnole del 1996 il Partito Popolare di Aznar dovette chiedere il supporto di Pujol per appoggiare il governo nazionale, il quale in cambio chiese la sostituzione del gruppo dirigente del PP catalano  per ammorbidire l’opposizione al suo governo regionale.  Nelle elezioni catalane del 1999, dove CiU non aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, il PP catalano offrì un sostegno  esterno al governo della CiU.  Nel 2003 le elezioni regionali catalane furono vinte da un’alleanza dei partiti di sinistra e sia CiU che il PP si ritrovarono all’opposizione. Nel 2010 la CiU, guidata da Artur Mas, tornò al governo ma le divergenze con il PP riguardo allo Statuto di autonomia della Catalogna  portarono Mas a formare un governo di minoranza. Nel periodo successivo le posizioni dei due partiti sono diventate sempre più divergenti. Nelle elezioni anticipate del 2012 il PP mantenne le sue posizioni ma ebbe un netto calo nel 2015, quando molti dei suoi elettori si spostarono verso Ciudadanoss.  Alle elezioni anticipate del 2017, dopo che il governo di Rajoy aveva usato la forza per impedire lo svolgimento del referendum sull’indipendenza e aveva sciolto d’ufficio il parlamento catalano, il PP ebbe un tracollo elettorale, scendendo al 4,2% dei voti e soli 4 seggi, prendendo meno voti della sinistra anticapitalista di CUP. Alle successive elezioni del 2021 è sceso ulteriormente ottenendo il 3,8% dei voti e 3 seggi.

IDEOLOGIA E PROGRAMMI

Il PP catalano, come il suo corrispettivo nazionale, ha subito vari cambiamenti ideologici nel corso degli anni, cercando di rimanere il punto di riferimento dei cittadini catalani di orientamento conservatore  contrari al movimento autonomista ed indipendentista.  Il programma del partito include pene più severe per chi attenta all’unità costituzionale del paese,  ristabilendo il crimine di “ribellione impropria” e vietando ai partiti i cui dirigenti sono stati condannati per “ribellione” di ricevere fondi pubblici.  Il PP vorrebbe imporre anche una censura ai mass media per quando riguarda le propaganda secessionista. Infine il PP vuole re-imporre l’uso dello spagnolo obbligatorio (a fianco del catalano) in tutte le amministrazioni pubbliche della Catalogna.

 

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