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IL GIRAMONDO – Elezioni parlamentari in Armenia. Dal “cortile di casa” di Putin qualcuno guarda all’Europa.

Uno sfortunato paese, condannato dalla storia e dalla geografia, circondato da nemici storici, funestato dalla corruzione e dalla violenza politica, una guerra “congelata” sempre sul punto di riesplodere, una rivolta popolare che ha messo fine ad un regime autoritario, un coraggioso giornalista che diventa un ambizioso primo ministro.

Gli elettori  Armeni sono chiamati il 9 Dicembre al rinnovo dei 101 seggi dell’Assemblea Nazionale, il parlamento monocamerale armeno.

E’ l’ottava volta che gli armeni eleggono democraticamente il loro parlamento dalla fine del comunismo nell’ex- repubblica sovietica e la settima dall’indipendenza del paese nel 1991. Le elezioni anticipate si svolgono solo dopo un anno da quelle precedenti, dopo che il parlamento non è riuscito ad eleggere un nuovo Primo Ministro dopo le dimissioni di Nikol Pashinyan lo scorso 16 Ottobre.

 

IL SISTEMA POLITICO

L’Armenia è una repubblica democratica rappresentativa parlamentare, basata su di un sistema multipartitico. Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro e dal Consiglio dei Ministri. Il potere legislativo è esercitato  dall’Assemblea Nazionale (Azfayin Zhoghov).

Il Presidente della Repubblica è eletto dal parlamento ogni 7 anni ed ha poteri simili a quelli del Presidente Italiano. Fino alle riforma costituzionale del 2015 l’Armenia era una repubblica semi-presidenziale con il presidente eletto con voto popolare.

Dei 105 membri dell’Assemblea nazionale, 101 sono eletti con sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento del 5% per i singoli partiti e del 7% per le alleanze elettorali. Tuttavia almeno tre forze politiche devono essere rappresentate in parlamento, quindi nel caso che solo due liste superino la soglia di sbarramento, entra in parlamento anche il terzo partito o alleanza che ha ottenuto i migliori risultati.

La scheda elettorale è divisa in due parti, una con le liste bloccata dei partiti a livello nazionale e una con i candidati per i collegi uninominali.

Quattro seggi sono riservati alle minoranze nazionali (assiri, curdi, russi e yazidi), che hanno liste elettorali separate.

Alla lista che riceve la maggioranza dei voti viene assegnato un premio di maggioranza per farlo arrivare al 54% dei seggi. Se un partito prende oltre due terzi dei seggi, vengono aggiunti seggi per i partiti minori in modo che la sua quota in parlamento non superi comunque i due terzi.

Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, l’Armenia era fino allo scorso anno un cosiddetto “regime ibrido”, al livello di Pakistan, Iraq, Nigeria e Gambia.

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